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La stessa barca

Di: Gianluca Diana | 01/03/2011
E' musica di periferia. Vale a dire storie di e dai margini. Quante ne hanno raccontate fino ad ora Di Bella & soci? E come? Tante ed in modo diverso, intessendole volta dopo volta di sonorità electro & dub, reminescenze roots-reggae, attitudini pop e chitarre rock. E continuano a farlo anche in questo nuovo episodio che porta il titolo di “La Stessa Barca”, settimo lavoro della formazione che i nostri hanno registrato nello studio di Steve Albini (con la novità di Alessandro Innaro che ha sostituito lo storico bassista Armando Cotugno). Dieci incisioni dove emerge forte l'attitudine rock e wave. Ma non solo. Come al solito una sessione di registrazione dei 24 Grana è un disco ricco di elementi che affiorano un ascolto dopo l'altro. Non ci si fermi quindi alle evocazioni in levare di “Salvatore”, piuttosto che alle chitarre ebbre di elettricità di “Malavera” od al retrogusto '90s di “Ombre”. Andate avanti, mentre le storie periferiche narrate da Di Bella e soci vi avvinghiano l'anima. In modo semplice e sostanziale. In cui ci si può rispecchiare e trovare tanto di personale. Scrivere e suonare di musica arrivando in modo empatico a chi ascolta, non è attitudine di tutti. Alla formazione partenopea questo riesce in modo egregio. Nel 2011, a quasi venti anni di carriera, i 24 Grana nel ruolo degli storytellers ci sono in pieno. Non hanno perso smalto, piuttosto hanno affinato alcune attitudini musicali che giungono dagli '80s (si ascolti “Cenere”). Ed esattamente come li si conosce dagli esordi, sono ancora lì: on the road a raccontare storie. Seguiteli, non deluderanno le attese. E nel frattempo fatevi entrare in testa la title track “La Stessa Barca”, una scossa emozionale fantastica in continuo equilibrio tra melanconia ed adrenalina.

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