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Kudos

Di: Chiara Colli | 26/02/2011
Neozelandesi, giovanissimi e tremendamente kiwi. Diretti discendenti di The Clean e The Chills, i quattro Surf City si affacciano sul panorama indie con l'esordio su LP - 'Kudos' - a fine 2010, dopo un EP uscito circa due anni addietro. Prima con il nome di The Fibs e poi con quello di Killl Surf City - un tributo ai The Jesus and Mary Chain, prendendo spunto dal titolo di una loro b-side - la band neozelandese si trova a dover cambiare nome, in quanto già preso da un'altra formazione britannica. Le influenze dichiarate, sono disorientanti: The Zombies, Sonic Youth ed Animal Collective. Ma quello dei Surf City, è (rigorosamente) kiwi pop, lo-fi vagamente psichedelico, zuccheroso quanto basta da rendere la band assolutamente irresistibile per gli amanti del noise-pop.
Ma più che un pop da cameretta di discendenze anni 80 o twee, come molte band attualmente in circolazione, quello dei Surf City mescola l'amore per la bassa fedeltà e un cantato mai in primo piano, spesso confuso e disperso - quasi strascicato - alla Pavement con ritornelli "bucacervello" (soprattutto, per quanto concerne le chitarre) e basso spesso in primo piano stile Pixies. Ma è la componente psichedelica, con la dovuta accortezza nello scegliere in quale accezione usare questo termine, ad avvolgere tutto l'album, lasciando l'impronta complessiva più evidente. Ripetizioni dilatate dei riff, fuzz e buzz che si sciolgono in code ed intro piuttosto lunghi, spesso (addirittura) venati di Spaceman 3 ('Teacher') e space rock (l'eccellente, 'In Times of Approach').
Paesaggi sognati ed adolescenziali, un riff alla Jesus and Mary Chain ma senza alcuna patina dark, aprono l'album con 'Crazy Rules of the World', incrocio perfetto di indie e shoegaze, catchissimo (molto accattivante) sull'onda di due note di basso ripetute fino allo stordimento. Un'inevitabile, vista la preponderante componente lo-fi, parentesi quasi garage con 'See How the Sun' e poi la titletrack, che parte manco fosse un demo del '91, per poi aprirsi a cori e chitarre (quasi) jingle jangle. Riverberi, ripetizioni,grovigli ipnotici, riff orecchiabili incastrati qua e là, poi sciolti in coltri di rumore leggero e - che immaginiamo - dai colori accesi, proprio come in copertina. Nonsolowestcoast?

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