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San Cadoco

Di: Gianluca Diana | 25/01/2011
Il ritorno dei romani Ardecore. Con un corposo aggiustamento di line-up: sostituzione del tastierista e fisarmonicista Luca Venitucci con Ludovoca Valori, l'innesto della vocalist Sarah Dietrich e sezione ritmica presa di sana pianta dagli Squartet. Snodo importante questo terzo lavoro. Dopo due ottimi dischi in cui emergeva dapprima il recupero della tradizione folk capitolina, e successivamente un considerevole tentativo di scrittura autografa, si attendeva una conferma. O meglio ancora, una scoperta di quale sarebbe stata la direzione intrapresa dalla band. La risposta giunge in questo “San Cadoco”, doppio album pubblicato per Goodfellas. Che implementa si i dettami della musica romana, ma che vira ancor più verso una direzione cantautorale personale. Imperniata su e da Giampaolo Felici, che acuisce le sonorità tex-mex precedentemente tracciate, ma non solo. “San Cadoco” è incisione dove emergono a seconda dei brani -e del dischetto in esame: il primo ritmico, il secondo dilatato- atmosfere che rimandano al torbido mondo di Waits, piuttosto che ad ambientazioni filmiche ed oniriche di stampo morriconiano. Tra chitarre che sanno di Desert Sessions e suoni psych della prima ora, si incastrano melodie leggere e suoni melanconici di fisarmonica. Ci sono buio e speranze disilluse nelle storie raccontate in “San Cadoco”, letterarie e decadenti rimembranze di vissuti personali e collettivi. Fate un poco voi, scegliete l'interpretazione migliore e che maggiormente vi si confà. E mentre decidete, ascoltate un brano che carico di storia, suoni e citazioni, emerge come forse il più significativo dei diciotto totali: “Gronge Meraviglia”.

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