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Come And Found You Gone

Di: Gianluca Diana | 28/12/2010
Prima di lui sezioni ritmiche oniriche ed ipnotiche. Semplici e profondamente afro [attenzione, questo aggettivo non sarà un volo pindarico del recensore, ed a dimostrazione di ciò tornerà alla fine di questo articolo], suonate da famiglie perse & sparse lungo gli apici collinari del North Mississippi. Melodie rurali, rozze e selvagge che furono l'humus di crescita dell'Hill-Country Blues nei decenni a cavallo delle due guerre. In quelle terre iniziava allora a girovagare la classe cristallina di McDowell. Di lui si hanno numerose registrazioni, piene di feeling e cariche di empatia. Tutto? No, mancava qualcosa. Oltre l'apporto di gente come Lomax, Mitchell ed Evans, vi è dell'altro. Ovvero quel viaggio dell'agosto 1967 in cui William “Bill” Ferris, ad oggi rispettabile personaggio della University of North Carolina, registrò il chitarrista neroamericano.
In sintesi uno dei dischi del 2010: incisioni mai edite prima in cui McDowell viene inciso nel tempo perenne durante attimi di convivialità con la sua gente, con la moglie e cantante Annie Mae, con Napoleon Strickland. Tutti presenti nella veranda della loro casa, in un caldissimo pomeriggio mississippiano. I complimenti vadano a Ferris, presente ed al lavoro, ma con discrezione. Non invasivo, né fastidioso a scapito della registrazione. Di cui non si altera la genuinità e la sincerità: “Come And Found You Gone” [Devil Down Records] è una perla rara, da apprezzare, suonare e divulgare. Dopo McDowell nulla fu più come prima. Grazie a lui gli strumenti a corda divennero il principale mezzo espressivo dell'Hill-Country Blues. E giunsero Kimbrough, Burnside e tutti gli altri. Melodie ossessive ed evocative di vecchie storie afro [!] e neroamericane che oggi vedono in Brown, Dickinson e Mathus la loro generazione attuale. Thanks, Fred.

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