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Catch My Shoe

Di: Gianluca Diana | 16/11/2010
Un altro mondo è possibile. Dove l'ascolto e l'intenzione di comunicare è un dato di fatto. E dove da un incontro di culture e suoni, nasca dell'altro. Certo, non vogliamo scomodare disamine sociologiche che da queste parti (Cicinelli docet) vengono effettuate con ben altro spessore. Ma che soddisfazione ascoltare un disco che è figlio di un meticciamento culturale.
Rapidamente, la storia è questa. In giro da praticamente tre decenni, gli olandesi The Ex, tornano con il loro nuovo “Catch My Shoe”, edito dalla loro etichetta. Si fa notare l'ottima la prestazione del nuovo cantante Arnold De Boer, ma è esaltante l'intera registrazione. Che è figlia delle avventure terzomondiste di Terrie Hessels, ovvero del suo innamoramento per la musica che arriva dalle terre eritree ed etiopi. Così affascinato da quei suoni, al punto tale da aver fondato una label (la Terp Records) che da anni pubblica gemme e talenti sconosciuti ai più. Tsehaytu Beraki, Mohammed Jimmy Mohammed, Konono sono nomi che vi diranno poco. Beh, incuriositevi ed andate a cercare qualcosa.
Nel frattempo il miglior viatico è “Catch My Shoe” e le sue nove tracce. Una miscela di post punk e sonorità che arrivano dall'East Africa. “Eoleyo” è una Gurage song che arriva da un nastro preso ad Addis Abeba da Terry H.: qui diviene un urlo di rabbia degno tanto di uno squat che di uno slum periferico. “Tree Float” è una linea metrica spezzata ed ansiogena che sale verso vette che sanno di una New York che (forse) non c'è più. Dalle sue esperienze di viaggio il leader degli Ex ha implementato nella matrice stilistica della band l'approccio ritmico ed armonico, e tutto il disco ne risente splendidamente. Ma non solo: in “Maybe I Was The Pilot” e “Cold Weater Is Back” spunta il nostro Roy Paci (quanto talento...), in empatia perfetta con i suoni degli olandesi. Non basta. Aguzzate l'ascolto, riuscirete a carpire anche una second-line che evoca New Orleans in più di una occasione, giusto per dare ancora maggior calore & colore. Gemma: “Double Order”.

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