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Don't Fuck With The Apocalypse

Di: Gianluca Diana | 14/09/2010
"Don't Fuck With The Apocalypse", titolo invero originale ed accattivante. Terza uscita per la creatura del cantante e chitarrista Tim Shea, che assieme ai sodali Eric Beard alle chitarre, Zack Lazar al basso e Matt Nicholas licenzia il miglior album della band. Dopo il primo "That Specific Function" per la label Traktor 7 e l'esordio per la Ecstatic Peace! di Thurston Moore, con "Invisible Jet", sempre per la stessa etichetta esce oggi questo lavoro che consta di quattordici incisioni autografe.
Solido, robusto e compatto il quartetto di Boston. Si muovono in un terreno musicale che vede come elementi di riferimento gente come Dinosaur Jr. piuttosto che Shellac, od ancora Mission Of Burma oltre ai primi Pavement. Ma prendetele come indicazioni di suono, nulla di più. I nostri hanno carattere da vendere, e lo mostrano senza remore.
Si trova quindi spazio per melodie sbilenche ed avvolgenti all'ascolto di "Copout" e rassicuranti fraseggi quasi pop in "Record Player". Ci si ritrova d'improvviso lungo le Highways statunitensi, mentre tra un gallone e l'altro di benzina spunta il suono compulsivo di "King Shit", melanconico come solo i migliori Karate sapevano fare. Non basta. Ed infatti il resto lo trovate nell'angosciante intro "Hurple P", preludio a "Pickle Jar" prima, ed a "Class Action" poi. In queste due oscure incisioni, suonate in modo rabbioso e violento, sta forse il cuore del disco.
Tra ambientazioni degne di un noir violento ed inquieto, la voce di Shea ci conduce nel mondo elettrico dei Black Helicopter. Disco riuscitissimo.

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