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Age Of The Fifth Sun

Di: Gianpaolo Castaldo | 25/05/2010
Colgo l'occasione del loro concerto romano del 26 maggio al Circolo per parlare del nuovo lavoro dei GIAA, formazione irlandese (un trio, per la precisione) che "pratica" un post rock davvero molto interessante. Cinque album all'attivo ed un seguito di pubblico sempre più entusiasta: musica prettamente strumentale, molto evocativa, a metà tra le atmosfere sognanti tipiche del genere (Mogwai, Godspeed! You Black Emperor), e una furiosa attitudine psichedelica (Jackie O'Motherfucker): con dei saliscendi impetuosi che fanno di ogni loro brano un piccolo grande capolavoro. L'era del quinto sole è quella che, secondo il calendario Maya, finisce il 21 Dicembre 2012. Il quinto sole, secondo i GIAA è quello rappresentato da questo quinto album. Dal vivo sono in tre, ma sul palco sembrano sdoppiarsi tranquillamente. "Lost kingdom", ad esempio, crea l'ipnosi estatica che è divenuto il marchio di fabbrica dei lavori precedenti e contrasta mirabilmente con la fragorosa introduzione di "Worlds In Collision". L'inquietudine di fondo che permea di sè tutta l'opera dei GiAA è il leit motiv anche di questo lavoro,che, va detto, nulla aggiunge e nulla toglie alla magnifica tiepida furia iconoclasta dei lavori precedenti, non ultimi gli splendidi "All is Violent, All Is Bright" e "Far From Refugee". Il concerto di domani sera al Circolo sarà l'occasione per testare a che punto si trovano i tre ragazzi della contea di Wicklow, Irlanda.

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