Cerca tra i 5480 podcast,
l'archivio delle nostre trasmisioni dal 2006

Propellor Time

Di: Gianpaolo Castaldo | 13/04/2010
Lontano ormai anni luce dalle tematiche psych rock dei Soft Boys e di buona parte del suo primissimo repertorio solistico, torna il "sognatore di treni" con un nuovo cd e lo fa con un lavoro tenue, simil folk. Robin Hicthcock è stato e rimane a mio parere insieme a Julian Cope uno dei pochi agitatori vecchio stampo di certo rock di natura anglosassone, l'unico a vantare ancora una sorta di primogenitura sulla lezione impartita quarant'anni fa da sua maestà Syd Barrett. In questo cd tra l'altro Robyn vanta collaborazioni impensabili, per esempio quando insieme agli Egyptians si sbatteva in lungo e in largo alla ricerca di una etichetta che gli pubblicasse il suo materiale. Cosa che poi avvenne grazie sopratutto all'amicizia con Peter Buck dei REM, suo amico di vecchia data e non a caso presente su questo album. Oggi la sua band si chiama Venus 3 e si avvale di musicisti a tutto tondo, dallo stesso Buck a Johnny Marr (Smiths) più Scott McCaughey (Young Fresh Fellows, R.E.M., Minus Five) e Bill Rieflin (Ministry, Minus 5), per arrivare all'ormai onnipresente John Paul Jones dei Led Zeppelin. Come si diceva all'inizio, le atmosfere che permeano questo Propellor Time sono prevalentemente folk, c'è qualche rimando ai tempi passati ma per il resto, la musica scorre leggera, senza troppi intoppi, tanto che alla fine la tentazione di premere il tasto FF sul lettore cd è davvero forte. Se avessi la possibilità di parlargli, oggi come oggi, gli direi di andarsi a rileggere le pagine della sua vita che narrano di furenti incursioni nei dischi di Thomas Dolby e Captain Beefheart. Potesse ripartire da là, oggi sarebbe tutta un'altra musica.

Condividi

     

Commenta

ULTIMI POST