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Bone of My Bones

Di: Chiara Colli | 01/04/2010
Dalla soap a Glastonbury, passando per il libro della Genesi. Un personaggio bizzarro, la britannica Ebony Thomas, in arte EBONY BONES!. Dopo aver recitato per anni nella serie televisiva Family Affairs, il folletto d'ebano si chiude in cameretta per giocare con electro, bottiglie di birra e DIY. "We Know All About U", singolo fatto in casa ispirato ad Orwell, nel 2007 balza da BBC Radio alle pagine di Rolling Stone, NME e The Guardian. Nello stesso anno, Ebony parteciperà a Glastonbury e, nel 2009, debutterà con questo "Bones Of My Bones", album autoprodotto che ruba il titolo a un celebre verso alla Genesi.

Discendente diretta di M.I.A. e Santogold, la Bones è una temeraria del crossover. Saltando da ritmi funk all'immediatezza (post)punk, la giovane londinese ha un feeling innato con tutto ciò che fa rima con ritmo - sia esso tribale o elettronico - e il suo estro creativo, dal look alle scelte musicali, potrebbe essere appetibile anche per un'elite colta filo-Mtv. "Bones Of My Bones" aggredisce l'ascoltatore con tensioni sintetiche, fiati caraibici, ritmi neri in stile Liquid Liquid, su e giù di tonalità vocali ed una formazione rock (ma senza basso) certificata dalla presenza del batterista "Dannato" Rat Scabbies.

Colorata fino all'inverosimile, Ebony Bones è un misto tra la New York underground dei primi ottanta, l'incontro di contaminazione e trend della East London e l'energia esotico-primitiva del continente nero. Dal manifesto Bonesiano di W.A.R.R.I.O.R al piglio dance di The Muzik, passando per la guerra synth vs barattoli tamburellati di We Know All About U, la fatina punk-funk-multicolor sa proporre un pop accessibile ma originale e, dal vivo, è una vera entertainer. Tra l'altro, una che sa affrontare anche temi politici - da In G.O.D. We Trust (Gold, Oil & Drugs) a Story of St. Ockwell - catapultandoli in un luogo immaginario tra un club undergroud newyorkese ed il carnevale di Notthing Hill, è una che va tenuta d'occhio. Parola di Damon Albarn.

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