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Summer of Hate

Di: Chiara Colli | 18/03/2010
Potere del buzz (marketing?). A fine 2008 i No Age - stratosferico duo californiano di casa Subpop, ormai un'istituzione in ambito indie, con due album e un EP all'attivo e un'ottima fama a precederli - stilano una top ten del meglio uscito durante l'anno. Nella classifica compare Neon Jesus, singolo d'esordio di Charles Rowell e Brandon Welchezun, in arte Crocodiles ("We wanted the band to be called Crocodiles Tears because it sounds really cool and very '60s, but for some reason we thought it must already be taken somewhere. Then we kept on saying Crocodiles and it sort of stuck. I mean it is really cool that there is an LP By Echo and the Bunnymen called that", spiega il chitarrista Charles Rowell in merito alla "fortuita" scelta del nome). Il passaparola scalda la rete, cuocendola a puntino giusto in tempo per l'arrivo dell'LP di debutto del duo, nell'aprile scorso.

"Summer of Hate", uscito per Fat Possum, è un bignami del noise pop più caramelloso degli ultimi 20 anni, una rilettura rumorosa stile Raveonettes di qualche classico spectoriano, un tributo (im)puro allo shoegaze, che ha scambiato la distorsione totale con le melodie ballabili del garage. Tutto molto derivativo. Eppure, tutto molto azzeccato. Il 4.1 e l'accusa di plagio verso i fratelli Reid con cui il duo di San Diego è liquidato da Pitchfork, non possono molto, a quanto pare. Merito del paragone lusinghiero di Stereogum, che li definisce un incrocio tra Velvet Underground e Jesus And Mary Chain? Merito degli amici No Age? O del look indie vintage, sapientemente sfoggiato anche nelle allusioni pop delle copertine de 7 pollici? Non ci è dato comprendere (tutti) i meccanismi della popular music. Ma, è possibile, che in Summer of Hate cada lo zenith in cui certo feedback oscuro di marchio britannico si incrocia con l'irresistibile appiccicume di un Nuggets.

Il gioco dei rimandi - su base neo-psichedelica-garage-punk - è, comunque, molto divertente. "I Wanna Kill" suona come uno "Psychocandy" versione stadio, "Flash of Light" potrebbe tranquillamente far parte dell'esordio dei Black Rebel Motorcycle Club, "Young Drugs" e (ovviamente, dal titolo) "Sleeping With the Lord" sono gli Spaceman 3 più dilatati di "Recurring" e "Summer of Hate" è la lettura, opportunamente acida, di quel '67 da parte di due poco più che ventenni degli anni zero. Un album che potrebbe far impazzire chi non ha mai ascoltato i numi sopracitati. Per gli altri, un semplice, ma sfizioso, ripasso.

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