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Embrace

Di: Chiara Colli | 11/02/2010
Non vengono da New York, non fanno musica sperimentale e (probabilmente) non saranno in nessuna delle Top 5 più cool. Giovanissimi eppure con un'attitudine decisamente old school, gli Sleepy Sun sono quanto di più unfashionable si possa immaginare nell’attuale panorama indie-wave-gaze degli anni zero ma, non per questo, sono stati semi-snobbati all’estero. Con loro, è proprio il caso di dire che la west coast colpisce ancora. Direttamente dalla comunità di Santa Cruz, California i sei ventitreenni prima si autoproducono nel 2008 e poi vengono acciuffati l’anno scorso da ATP Recordings, che ne ristampa il debutto Embrace: pennellate di suoni, storie ed atmosfere della Bay Area che diventano, inevitabilmente, psichedelia. A questo, si unisce un'intensità on stage nata tra l’oceano e la foresta e forgiata sui palchi di San Francisco. Entrambe le vesti, in studio e sul palco, acclamate dalla stampa estera come "outrageously brilliant", "intense and powerful", "dazzling stuff", "undeniably exciting", "both elegant and beautiful".
Mistico e sulfureo, cupo e luminoso, ipnotico e martellante, Embrace attinge ad un’eredità (Grateful Dead, Black Sabbath, Creedence Clearwater Revival) ed una contemporaneità (Black Mountain, Comets on Fire, Black Angels) che muovono da psichedelia e stoner, raggiungendo vette lisergiche pur senza cadere nella trappola della ripetizione. Jam dall’incedere lento o incontrollato, che lievitano sull'intreccio bucolico di voce maschile (Bret Constantino) e femminile (Rachael Williams). Il loro motto "let's get weird" racchiude tutta la naturalezza e la profonda purezza disinibitoria del magico angolo di mondo in cui sono nati. Spirituali, nell'incontro delle voci; irrefrenabilmente terreni, nelle esplosioni di wah wah acido e primitivo; catartici, nei climax continui in cui le idee e le emozioni si alternano. Se il passato fa capolino, è solo come una consapevolezza, un magma incandescente a cui dare una nuova forma. La forma di lunghe jam, spontanee - nelle danze dell’armoniosa ventidueenne mora - e sapienti - nelle suggestive dinamiche tra la sezione ritmica e le due chitarre - energici concentrati di heavy rock - dal vivo è decisamente sbalorditiva, soprattutto considerando la giovane età dei ragazzi. Aspettiamo impazienti il loro nuovo album previsto per quest’anno.

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