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The Dark Age Of Love

Di: Maurizio Nagni | 08/12/2009
Quest'album mi è arrivato per caso tra le mani e inconsapevolemente mi sono trovato a diventare parte del progetto. Capiamoci: non ho nulla a che fare né con Peter Christopherson fondatore, con John Balance, dei Coil, né con Stéphane Grégoire ideatore dell'album e fondatore dell'etichetta Ici d'ailleurs. Lo spirito dell'album, che celebra i cinque anni dalla scomparsa di Balance, è nel riunire alcuni artisti, specificatamente lontani dai Coil, e facessero proprio di questa distanza il motivo di una nuova ricerca sonora su alcuni brani dei Coil.

Il mio coinvolgimento è stata una ricerca a sua volta sugli autori, sulle loro storie, sui brani originali, e di come erano evoluti. E così ho "incontrato" Yaël Naim, Bonnie Prince Billy, Yann Tiersen, Matt Elliott, DAAU, Chapelier Fou, Sylvain Chauveau, Christine Ott, Oktopus, Nightwood, David Donatien, Nicolas Jorio.

L'alone di dubbio/paura/angoscia del piano di Tiersen, e con ugual peso la voce di Elliot in Red Queen (Is it so unsafe when you are - Insecure in the space where you are? - What are you going to do if they don't believe you?) credo sia il brano che più segna la raccolta. La stessa coppia di musicisti riprende anche Love's Secret Domain e Outro LSD.

Più leggeri i brani, The Dark Age of Love e Tattooed Man dove la voce di Yaël Naim si fonde perfettamente con il ricco ma discreto sottofondo musicale.

L'accardion, la viola e il clarinetto dei DAAU e Christine Ott sono la struttura sulla quale si basano Cardinal Points, Blood From The Air, Chaostrophy e Ostia dove è in evidenza la voce di Bonnie Prince Billy.

Un album che ovviamente piacerà a chi apprezza le sperimentazioni industrial o post-rock che dir si voglia (i Godspeed You! Black Emperor fanno parte della stessa casa discografica, la Brainwashed, che fu dei Coil). Un album che magari può essere il punto di partenza per chi ancora non ha avuto modo di avvicinarsi ai suoni dei Coil.


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