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There Are No Goodbyes

Di: Franca Di Roma | 16/07/2009
Che emozioni vi suscita starvene seduti di fronte ad un angolo di casa appartenuta magari a qualcuno che non c'è più? La carta da parati vintage, un vecchio termosifone arrugginito e i segni di quadri ormai dismessi, che testimoniano tracce di vita a cui hanno resistito le cose, ma non le persone. Osservare la copertina del nuovo lavoro dei Sophia, alias Robin Propper Sheppard, predispone ad un ascolto con un mood nostalgico ed ispirato, un pò come quando si sfoglia un album fotografico che ha immortalato mortali momenti della nostra vita. C'è tanta intimità in questo sesto album dei Sophia; un'intimità raccontata sottovoce e grazie al genere elettivo per certi testi, che è la ballata. Già l'ascolto della title track, che apre il lavoro, ci catapulta in un immaginario in bianco e nero, dove i ricordi riaffiorano in superficie, costringendoci ad un bellissimo viaggio della mente a ritroso, per riscoprire sensazioni che avevamo chiuso a chiave nel forziere della memoria. L'album è un susseguirsi di suoni che non hanno e non vogliono avere nulla di rivoluzionario, ma che, forse anche per questo, rendono l'ascolto assolutamente gradevole ed emozionante, malgrado/grazie alla vena ormai costantemente malinconica di Propper Sheppard. L'ex God Machine non è solo in questo viaggio musicale sulla solitudine: con lui Jeffrey 'The Bear' Townsin ed i battiti della sua batteria e Calina de la Mare, con il suo delicatissimo violino. Bellissimo il contributo vocale, in "Something", di Astrid Williamson, cantautrice scozzese, ex voce dei Goya Dress. Le tracce scivolano nel lettore cd come istantanee che si richiamano a vicenda, una dopo l'altra, selezionate da un ideale proiettore, di quelli rumorosi di una volta che facevano vibrare le immagini. Di "There are no Goodbyes" è uscita, per i cultori, un'edizione limitata, che contiene un secondo cd che include le "Valentine's Day Sessions", delle splendide registrazioni estrapolate da un concerto tenuto lo scorso 14 febbraio a Vienna, durante il quale Robin Proper Sheppard ha riproposto suoi vecchi capolavori in una struggente versione acustica, con tanto di quartetto d'archi. Imperdibile!

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