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Working On A Dream

Di: Gianpaolo Castaldo | 27/01/2009
Esce a poca distanza dal precedente "Magic", il nuovo lavoro di Bruce Springsteen; esce sull'onda lunga del rinnovamento americano, spinto dalla presidenza di Obama per il quale il Boss si è mosso come non aveva mai fatto prima. Una esposizione mediatica che poteva costargli cara, ma che Springsteen ha affrontato da scolaro entusiasta al primo giorno di scuola. Dodici nuovi brani, più una bonus track, "The Wrestler". Alcune di queste canzoni sono nate sulla coda delle sessions del cd precedente ma con esso hanno poco a che fare. Il disco non è male, ma siamo però lontani anni luce dall'entusiasmo di "Born To Run" e dalla poesia di "The River". A volte però si ha la sensazione che il disco viva della luce dei fasti del passato, ma sono lampi, troppo tempo è passato e non sarebbe neanche giusto riproporre oggi le urgenze musicali di quegli anni magici. "Working On A Dream" è un onesto disco di rock'n'roll, forse un pò patinato in alcuni suoi afflati, ma sempre e comunque una spanna al di sopra di ultra celebrati albums usciti in questo stesso periodo. Direi un pò sottotono il groove della E Street band, presumo involontariamente scarica dopo la morte di Danni Federici, al quale Bruce regala "The Last Carnival". Per il resto, io non me lasento di liquidarlo come molti hanno già fatto. Sprinsteen è sulla soglia dei 60 anni, è un artista maturo che fa le sue scelte consapevolmente e ne paga il dazio. Io non vedo l'ora di vederlo dal vivo, quest'estate allo Stadio Olimpico, sua prima vera volta nel tempio del calcio romano. Magari con la Coppa Campioni portata a casa da Totti e co.

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