Dopo i fatti tragici di Mastrogiacomo si è tornati a parlare di Afghanistan. Punti di vista, denunce, interpretazioni, storie.
Arrivano anche, fortunatamente, numeri. Cosicché non si possa danzare troppo con le parole. Numeri, tuttavia, che provengono da zone già difficili, quasi inaccessibili, ed in più in guerra. Guerra complicata per gli occidentali, con sfumature tribali, religiose; così lontana dalle dinamiche della civiltà dei consumi dove tutto ha un prezzo od una merce di scambio. Lì capita di non trovare la chiave giusta, alle volte.
Il rapporto Afghanistan di Amnesty Intermational -- All who are not friends, are enemies: Taleban abuses against civilians-- ci da un quadro devastante.
La laheya (il manuale
militare dei talebani) prevede espressamente gli attacchi contro i civili e la
loro uccisione. La regola 25 afferma che un insegnante che continui a svolgere
la propria professione dopo aver ricevuto un ammonimento dai talebani dev’essere
picchiato; se continua a insegnare ‘in modo contrario ai principi dell’Islam’
dev’essere ucciso. A sua volta, una fatwa (ordinanza religiosa) ordina la morte
di chiunque sostenga l’intervento militare guidato dagli Usa. Negli ultimi due
anni, i talebani hanno deliberatamente ucciso decine e decine di civili,
considerati ‘spie’, tra cui attiviste per i diritti umani delle donne, esponenti
religiosi, funzionari del governo, operatori umanitari e insegnanti. Tra il 2005
e il 2006 sono state date alle fiamme almeno 183 scuole in ogni parte del paese.
L’atteggiamento dei talebani nei confronti dei civili e’ ben distante dagli
obblighi del diritto internazionale. Un portavoce dei talebani, intervistato da
Amnesty International, ha affermato che attaccare civili ‘disarmati’ non
considerati costituire una minaccia e’ ‘vietato’. Egli ha pero’ aggiunto che
‘non c’e’ differenza tra gli individui armati che combattono contro di noi e i
civili che collaborano con gli stranieri’. Il manuale militare dei talebani
vieta di impossessarsi di denaro o beni appartenenti ai civili, ma autorizza
l’uccisione degli insegnanti. Secondo dati dell’Onu e della Nato, le vittime
civili nel 2006 sarebbero state almeno 756.
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