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Keep It Simple

Di: Gianpaolo Castaldo | 31/03/2008

Nuova etichetta discografica, la Lost Highway, e undici nuove canzoni. Era dal 1999 che George Ivan Morrison, da Belfast, Irlanda del Nord, classe 1945, non pubblicava un disco di brani "originali". D'altronde Van The Man è e rimane un'icona della musica come poche altre, difficile alla sua età attendersi sterzate o rivoluzioni. E così un nuovo tassello si aggiunge alla sua ormai sterminata collezione di album, (più di 30), usciti tra il 1967,  l'anno di "Blowing Your Mind" e questo "Keep It Simple", uscito l'11 marzo scorso. In mezzo c'è la storia della musica folk/jazz/rock/blues/country degli ultimi 40 anni, da "Moondance" a "Tupelo Honey", da "Common One", ad "Irish Heartbeat" da "Hymns To The Silence" a "The Healing Game". Ho citato questi piccoli grandi capolavori perchè ognuno di essi rappresenta ed ha rappresentato alcuni fra i passaggi musicali della crescita musicale di uno dei geni assoluti del XX° secolo, musicista irascibile e scontroso capace di regalare sensazioni uniche con gli affascinanti mood delle sue canzoni. Naturalmente questo cd mantiene alto lo standard compositivo dell'autore, ma non aggiunge nulla di nuovo a quanto è stato già scritto sino ad oggi. "Keep It Simple" è un cd molto bello ma se già conosci bene Van Morrison ed hai almeno una decina dei suoi albums, alla fine questo qui diventa un accessorio. Per carità, un accessorio a 5 stelle, ma pur sempre un accessorio.

 


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