Da quando ho cominciato ad interessarmi di quel che accade in giro per il mondo e non solo nel mio orticello, ho avuto la sensazione e poi la sgradevole consapevolezza che per noi italiani, meglio per i mass media italiani, esistono scale di valore per gli esseri umani.
Qualcosa accade se se ne viene a conoscenza, viceversa è si accaduta, ma non ci toccherà , non contribuirà a formare le nostre opinioni. I giornali e soprattutto le tv hanno una responsabilità enorme sulla formazione etica e culturale della gente che li segue.
Prima del rapimento di Mastrogiacomo, l'Afganistan era passato in secondo piano. Non voglio allargare il discorso ai 3/4 del mondo di cui non si ha traccia nei notiziari. Parliamo solo di Afganistan, anzi parliamo solo addirittura del rapimento di Mastrogiacomo.
Tornato faticosamente e felicemente in Italia la sua vicenda si è chiusa. Ma non è così. Il manager dell'ospedale di Emergency di Lashkargah che ha brillantemente tenuto i contatti con i talebani durante tutto il sequestro è stato sequestrato a sua volta. Dal governo afgano ed i suoi servizi di sicurezza.
Da qualche giorno si rincorrono gli appelli di Gino Strada affinché il governo italiano tenga la stessa condotta tenuta sino a qui con lo stesso governo afgano. Sembra che le rassicurazioni date siano state tante ma che alle parole non siano seguiti i fatti.
Mastrogiacomo era un sequestrato italiano, Rahmatullah Hanefi, no. Eppure ha fatto tutto ciò che il nostro governo gli ha chiesto. Eppure anche grazie al suo apporto è stato liberato l'ostaggio italiano.
Stesso discorso vale per l'interprete del nostro giornalista e stesso discorso dovrebbe valere per tutte le persone vittime di violenze e bombardamenti, da qualsiasi pulpito arrivino.
Quanti pesi e quante misure esistono per drogare le nostre bilance? Quanti per non fare arrivare l'informazione? Quanti per le ragion di stato?
Quanto tempo per un definitivo reset?
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