Cerca tra i 5478 podcast,
l'archivio delle nostre trasmisioni dal 2006

Canon

Di: Gianpaolo Castaldo | 19/12/2007

Un'antologia. Mi sarebbe piaciuto molto che questa recensione l'avesse scritta Mr. Santoni, che tanto ama la Di Franco. Oppure Stefania M, anch'essa un aficionada vera. Ma tant'è, direbbe Mik Luk. 1989, salta all'onore delle cronache di musica indipendente questa riot-girl con chitarra a tracolla nativa di Buffalo, classe 1970: Ani gira l'America in lungo e in largo  con un tipico atteggiamento sixties, "cantandola" nel vero e proprio senso del termine, a politici e governatori del paese a stelle e strisce. Di tutti i brani ripresentati in questo doppio cd, cinque sono stati riarrangiati per l'occasione. Trentasei in tutto, tratti da una storia lunga 16 albums, una miriade di concerti e una coerenza di vita on the road riconducibile a pochi altri artisti. "Songwriting da Greenwich Village" scrisse qualcuno tempo fa, a mio parere una furia della natura che ha toccato il massimo della sua espressività con quella "Self Evident" scritta all'indomani della tragedia delle Twin Towers, un j'accuse chiaro ed "evidente" a Bush e a tutti quelli che tramano nell'ombra dell'ordine mondiale. Peccato che questo brano manchi, comunque il livello è molto alto. Consigliato a chi di Ani non ha nulla. Per i veri fans, un accessorio in più.


Condividi

     

Commenta

ULTIMI POST