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Di: Gianni Ciaccio | 23/03/2007

Società del benessere: società dei consumi. Consumi.

In pratica mi viene detto che se consumo tanto, vivo in una società ricca. Se consumo tanto tanto, vivo in una società ricca ricca. Se consumo poco , vivo in una società povera.

Il ragionamento non farebbe una piega. Più compro, più faccio produrre. Più produzioni, più  lavoro. Più lavoro, più stipendi. Più stipendi, più compro. Aahh, com'è semplice semplice.

Qualsiasi economista ci direbbe che nel circuito però ci sono alcuni punti critici. Qualsiasi ambientalista avrebbe già i capelli dritti sulla testa.

Io vorrei sottolineare solo un aspetto che non capisco. Non sento fare troppo spesso la necessaria distinzione tra manufatti e risorse naturali.

Una cosa è voler arricchire ad esempio le simpaticissime società telefoniche stando al cellulare ore al giorno e consumando una tessera da 10 euro ogni 24 ore, (senza crearci problemi inutili tipo l'inquinamento da onde magnetiche). Una cosa è lasciare scorrere l'acqua dai nostri rubinetti con allegra spensieratezza.

La tessera la ricompri (per carità non pensiamo certo ai milioni di tesserini che appena comprati vanno, nel migliore dei casi, nei cassonetti ad ingrassare le discariche di materiale non biodegradabile).

L'acqua finisce (naturalmente non dobbiamo entrare in paranoia ricordando quei 2/3 del mondo che già muoiono per acque non potabili od addirittura non accessibili).

Finisce? Ma dai!!! Basta girare la manopola rossa ed hai acqua calda, blu ed hai la fredda, quell'altro tasto l'idromassaggio. Di che ti preoccupi? Forza Italia, fatti un bagno...


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