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Venerdì 16 marzo mentre stavo uscendo dall’ufficio ho detto al mio capo che sarei andato a vedere una piece teatrale dal titolo “se ci fosse luceâ€, che ricostruisce i 55 giorni di prigionia e l’omicidio di Aldo Moro e dei cinque poliziotti della sua scorta. Il capo è insorto, ma come, ha detto, ancora con questo revival dei vecchi DC. Ecco cosa è rimasto di quella vicenda a 29 anni di distanza, ed il mio capo è un progressista convinto, ed è più giovane di me di un bel po’. Eppure le BR, ora che un governo di sinistra è al potere, si rifanno sotto, sembra veramente che non vogliamo imparare dal passato.
I giornali hanno ignorato la ricorrenza volutamente, una data così, una svolta tanto epocale per il nostro paese non deve passare inosservata, ma si sa chi è che detiene l’informazione.
È una vicenda quella dell’uccisione di Aldo Moro che si inserisce nei misteri del nostro paese, allorquando qualcuno ha cercato di spostare gli equilibri di Yalta, ecco che i servizi si sono serviti di chiunque pur di rimettere tutto a posto.
la sinistra, alla ricerca di una sua identità , cerca con le elezioni al suo interno, di trovare una linea a sinistra, tenta di superare le proprie contraddizioni, di scrollarsi di dosso quel fardello rappresentato dalle alleanze che rendono il nostro paese governabile, ma a quale costo?
Ed ecco che la figura di Moro e i misteri legati al suo rapimento e alla sua uccisione ci dicono ancora molto su quei poteri forti che governano al di sopra dei governi, servendosi di chiunque, ed è per questo che la verità non andrebbe mai snobbata, rifiutata, ma andrebbe sempre inseguita anche se quella giudiziaria non è più perseguibile.