Cerca tra i 5458 podcast,
l'archivio delle nostre trasmisioni dal 2006

-

Di: Gianni Ciaccio | 16/03/2007

Quanto sarebbe bello se, quante volte abbiamo detto od ascoltato questa frase...

Quello di oggi è uno di quei casi perchè ci troviamo di fronte qualcuno che, furbetto, furbetto, mette a repentaglio la salubrità di un territorio e la salute di chi vi abita solo per interessi personali. Spesso solo per risparmiare un qualche gruzzoletto. Soldi sporchi, come la terra e l'aria che ci regalano.

Siamo in Abruzzo il Pubblico Ministero di Pescara Aldo Aceto ed il Corpo Forestale dello Stato presentano i risultati dell’indagine che ha portato all’individuazione a Bussi (PE) della più grande discarica abusiva di rifiuti tossici e nocivi d’Italia e la denuncia per ora contro ignoti per disastro ambientale. 200.000 tonnellate di scarti industriali, con decine di sostanze tra le più pericolose esistenti gettate per decenni in un’area limitrofa al Fiume Pescara.

 

Ci scrive il WWF:“Siamo attoniti” dichiara Dante Caserta, Presidente del WWF Abruzzo ”di fronte alle foto raccapriccianti raccolte durante i sopralluoghi: lastre di metri di spessore ed estese per decine di mq di cristalli di sostanze tossiche; materiali di ogni colore immaginabile; tecnici che si sono sentiti male nonostante maschere e tute di protezione. Questa vicenda getta una luce sinistra sulla storia del vicino insediamento chimico di Bussi che per troppo tempo, evidentemente, ha ricevuto solo un benevolo trattamento da parte di chi appoggiava ciecamente il cosiddetto “sviluppismo industrialista”. Ora però non si sa dove trovare i 58 milioni di euro necessari per la bonifica. Per decenni nessuno ha visto nonostante il sito si trovi a fianco di una stazione ferroviaria e di un’autostrada. Sono le conseguenze di un complessivo lassismo del sistema Abruzzo rispetto all’applicazione delle normative ambientali: in queste condizioni possono maturare disastri come questi. Ricordo che la Regione Abruzzo non ha ancora varato il piano regionale delle bonifiche ed è molto indietro rispetto alle azioni previste per i due siti di bonifica di livello nazionale già individuati, a cui, evidentemente, si deve aggiungere questo appena scoperto che rappresenta una situazione veramente drammatica. Esprimiamo il nostro plauso al PM di Pescara Aldo Aceto e al Comandante provinciale della Forestale Guido Conti che invece hanno voluto far vedere come è ridotto un territorio che è a poche centinaia di metri da due parchi nazionali, quello della Majella e quello del Gran Sasso”. Per il WWF è uno scandalo di portata di livello nazionale ed internazionale che merita l’attenzione diretta del Ministro dell’Ambiente, della Commissione Europea e delle Commissioni Ambiente del Parlamento. Per l’associazione è necessario l’avvio immediato delle procedure di messa in sicurezza d’emergenza del sito e di una vasta indagine sulle conseguenze sull’ambiente e sugli abitanti della vallata del Pescara. Inoltre si chiede di fare chiarezza sull’intero sito chimico di Bussi procedendo ad una valutazione a tappeto di tutte quelle aree che potrebbero essere state interessate da ulteriori sversamenti ed interramenti.

 


Condividi

     

Commenta

ULTIMI POST