In questi giorni si torna a parlare di nuovo e vecchio terrorismo "nostrano". Nuovi brigatisti che hanno preso il posto dei vecchi. Questi ultimi, in buona maggioranza, hanno pagato con anni di galera e si sono allontanati dal loro passato.
Per chi si è macchiato di omicidi basta credergli sulla parola? Bastano anni di carcere?
Terreno spinoso ed impervio. Il terrorismo nero e rosso ha troppe sfaccettature per poterne generalizzare ed ha ancora troppi lati completamente oscuri.
Per sgombrare il campo da equivoci debbo qui prendere una posizione la più chiara possibile.
Io credo che ricorrere alle pistole per affermare un ideale politico sia una pessima premessa per ciò che potrebbe seguirne. Non accetto né condivido dunque la scelta di chi ha preferito la strada della violenza politica e sociale.
Non so se l'omicidio di uno o più innocenti possa essere pagato con qualche anno di carcere. Non so fino a che punto una persona possa cambiare. So però che l'istituto penitenziario dovrebbe avere come fine ultimo il reinserimento nella società di chi ha sbagliato. Sappiamo che spessissimo così non è.
Credo anche, volendo credere nello Stato e nella Giustizia, che se qualcuno ha scontato la sua pena o la sta ancora scontando, deve essere considerato reinseribile fino a prova contraria. Se no sarebbe un carcere finalizzato alla pena, dura e cattiva, e non al reinserimento.
Scrive alla nostra redazione don Alessandro Santoro di "L'Altra Città il giornale della periferia"
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La proposta della Comunità cristiana
di base delle Piagge (FI)
L'acquisto di un libro in segno di
solidarietà a Renato Curcio
Sostenere la
cooperativa editoriale Sensibili alle Foglie per lavorare in 'direzione ostinata
e contraria' al sistema
Esprimere solidarietà a Renato Curcio,
dopo l'ennesimo linciaggio subito a Bologna nei giorni scorsi,
acquistando in libreria un testo edito da Sensibili alle Foglie, la cooperativa
editoriale da lui fondata e oggi divenuta un vero e proprio punto di riferimento
per chi fa ricerca sociale sui vissuti delle esperienze estreme a partire dalle
istituzioni totali, si chiamino esse carceri, manicomi o più banalmente
ipermercati.
E' la proposta contenuta in un appello
lanciato oggi dalla Comunità cristiana di base delle Piagge, attiva dal
1994, per voce del suo animatore, il prete fiorentino Alessandro Santoro. Si
legge nel documento: "Sembra costume diffuso reagire alle comprensibili paure
per una nuova ondata di terrorismo puntando il dito e demonizzando chi è stato
partecipe della lotta armata negli anni '70-'80 e che per questo ha pagato fino
all'ultimo giorno la propria responsabilità . Renato Curcio e Sensibili alle
Foglie sono stati e rimangono importanti compagni di viaggio della ComunitÃ
delle Piagge. Con Renato Curcio - continua la nota - abbiamo avviato da due anni
un 'cantiere' di riflessione socio-narrativa sulla nostra storia e la sua
presenza in mezzo a noi è stata non solo opportuna, ma vitale e feconda. Il suo
contributo di ricerca e di analisi ha contribuito a rafforzare la nostra scelta
nonviolenta per lavorare in 'direzione ostinata e contraria' a questo sistema di
morte che schiaccia e frantuma."
Si legge ancora nel documento come: "Il vero terrorista e il vero pericolo per
le nostre città , Bologna come Firenze, contro il quale lanciare i nostri strali
e le nostre accuse è proprio questo sistema violento che abita le nostre città e
il nostro Paese… Quello è il vero inquilino scomodo e inopportuno contro il
quale tutti siamo chiamati a fare, ognuno nei nostri ambiti, scelte alternative
e diverse." Per questi motivi, concludono "Siamo contenti di questa amicizia con
Renato Curcio che sarà sempre ospite gradito a Firenze, come all'interno della
Comunità piaggese, un rapporto necessario per rafforzare e sostenere il nostro
impegno per un mondo altro da questo".
La Comunità delle Piagge ha infine chiesto di divenire socia della cooperativa
editoriale Sensibile alle Foglie per contribuire nel modo più opportuno allo
sviluppo di questa importante esperienza.
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