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Washington Square Serenade

Di: Ubik | 03/10/2007

Qualcuno già lo definisce il lavoro "di un texano che si è trasformato in nashvilliano che si è trasformato infine in un residente di Greenwich Village". Curioso tanto godibile, questo album di Steve Earle, che riporta, fra le altre tracce, un brano scritto da Tom Waits, Way Down in the Hole: una cover tra le più belle che il sottoscritto ha ascoltato ultimamente. Virginiano di nascita, il 53enne Steve Earle interpreta le sue arie con struggente malinconia confederata e un'ispirazione da front-man che ridurre nella definizione di folk- o country singer è veramente un'ingiustiza. Prodotto da Dust Brother John King e realizzato negli Electric Lady Studios di New York, Washington Square Serenade è una profonda riflessione sulla Grande Mela e le sue contraddizioni, dove però la città diventa presto metafora esistenziale.Partecipazioni di lusso, la moglie di Earle, Alison Moorer, duetta col marito in "Days Aren't Long Enough", e i Forro in the Dark conferiscono la giusta atmosfera carioca a "City of Immigrants". Da consigliare, anche qui, con calore.


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