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SPENSIERATEZZA...

Di: il Bisbigliatore | 23/04/2012
'A tutti, senza nessuna distinzione, è stata rubata la spensieratezza' (da THIS MUST BE THE PLACE)

Chissà quanti sono coloro che pensano sia possibile, a Roma, vivere senza automobile? La macchina ti rende libero, ti permette di andare dove vuoi, quando vuoi, con chi vuoi.
Certo, ci sono i semafori succhiatempo e devi fare attenzione a passare col colore giusto, parcheggiare in modo corretto e rapido equivale a vincere un terno al lotto e capita spesso di trovarsi incastrati in mezzo ad inestricabili grovigli rumorosi e intossicanti.
Eppure la mattina, quando ci si accomoda nella propria personale carrozza ognuno, probabilmente, si sente al sicuro isolato e protetto dal mondo esterno che a quell’ora, a giudicare dall’espressione stampata sulle facce appese dietro il volante, deve sembrare particolarmente ostile. Però bisogna ricordarsi di pagare il bollo, l’assicurazione, di fare la revisione, il controllo dei gas di scarico, il tagliando. E poi, a parità di euro, continua a diminuire la benzina che entra nei serbatoi. Forse la macchina non rende così liberi.
Devi essertene reso conto improvvisamente stamattina quando, in mezzo al caos strombazzante delle strade capitoline, continuavi ad urlare al cellulare che eri bloccato nel traffico, che non ti aspettavi di rimanere prigioniero in quel delirio infernale, che avresti fatto l’impossibile per arrivare in tempo. Devi essertene reso conto definitivamente perché sei sceso bestemmiando come un’ossesso ed hai mollato la macchina, correndo a perdifiato verso il lavoro.
Ecco un’altra parola in grado di far innalzare il tuo stress oltre i livelli di guardia.
Dovresti correre per diversi chilometri prima di arrivare dove già ti aspettano per definire l’accordo che vale la tua carriera. Allora non ci pensi nemmeno un istante a frenare all’improvviso e a saltare sulla bicicletta appena lasciata a bordo strada da un tizio che si è fermato a comprare il giornale nell’edicola a due metri di distanza. Lo fai e basta. E cominci a pedalare come se ti inseguissero orde di creditori affamati dei tuoi risparmi, sfrecciando nel traffico incurante dei pericoli letali che schivi ad ogni istante. Pedali come un pazzo e infrangi tutte le regole del codice stradale sapendo che nessuno potrà farti scontare quei peccati. E questo ti piace un sacco, come l’aria fresca che ti accarezza la faccia e la sensazione che nessun ostacolo potrà impedirti di passare ovunque vorrai farlo.
Ti sembra di sentirti più libero. Continui a fare acrobazie ciclistiche su strade e marciapiedi brulicanti di gente frettolosa e indaffarata mentre hai la sensazione che il tempo cominci a rallentare.
Qualcuno ha scritto un libro sui benefici che scaturiscono nell'animo di chiunque salga in sella ad una bicicletta e cominci a pedalare. Dev’essere qualcosa che ha a che fare con l’infanzia e che scompare inesorabilmente con gli anni, inghiottita nel nascondiglio più segreto della mente delle persone.
A te sembra che quel qualcosa cominci a riaffiorare da quell'antico nascondiglio perché adesso non hai più fretta di andare da nessuna parte. Non rispondi più nemmeno al telefono, che squilla in continuazione. Ti sembra perfino di riuscire a districare il cervello da quella spaventosa matassa aggrovigliata che erano i tuoi pensieri. Adesso ti senti vivo, parte unica e indissolubile del mondo nel quale pedali senza meta, spensierato.
Imbocchi l’incrocio sorridendo mentre il potente suv di un manager di successo con l’i-phon incollato all’orecchio corre verso il suo prossimo appuntamento. Passando col rosso…

(photo by Roberto Fasulo)

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