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Don Winslow: IL POTERE DEL CANE

Di: il Bisbigliatore | 27/07/2011
Quando me ne regalò una copia poco più di un anno e mezzo fa, il mio vecchio amico che lo aveva appena tradotto per Einaudi me ne parlò in termini entusiastici come del libro migliore sul quale aveva lavorato fino a quel momento. Confesso di aver provato, all’inizio, un certo timore reverenziale nei confronti di questo ponderoso romanzo, non solo per la corposa mole ma anche per l’argomento di cui tratta, riponendolo sugli scaffali della libreria in attesa del momento giusto per cominciare a sfogliarne le pagine.
Quando quel momento è arrivato, fin dal prologo mi sono ritrovato immerso in qualcosa di spaventoso e magnifico, dal quale è stato impossibile riuscire a staccarsi e, forse dovrei dire, a salvarsi.

Ispirato dal brutale massacro di 18 persone (tra cui donne e bambini) realmente accaduto nel 1998 a Ensenada, una cittadina del Messico non lontana dal confine, che ha sconvolto l’autore costringendolo a sei anni di ricerche e documentazioni, IL POTERE DEL CANE è un romanzo che racconta la storia contemporanea della guerra tra un uomo di legge statunitense e una famiglia messicana che guida un potentissimo cartello di narcotrafficanti. Una storia di confine, in tutti i sensi; il confine tra due nazioni, una ricca e l’altra povera; tra due culture, una contemporanea e tecnologica, l’altra arcaica e contadina; tra poliziotti pronti a rinunciare ad ogni morale per acquisire la capacità di combattere efficacemente il crimine e fuorilegge brutali che quella forza la trovano nelle tradizioni e nel rispetto di un loro codice d’onore; il confine tra bene e male che, nel tentativo di prevalere l’uno sull’altro, non esitano a accoppiarsi, a mescolarsi, finendo per confondersi.

Scritta in una prosa magistrale, serrata e incalzante che non dà tregua al lettore per nessuna delle sue 714 pagine, la storia assume le dimensioni di un’epopea tragica, cosparsa di ferocia e di malinconia, nella quale sembra non esserci posto per nessun tipo di speranza, redenzione o salvezza. E se i tanti memorabili personaggi sono frutto della sua immaginazione, l’autore dichiara che il 90% dei fatti contenuti nell’opera, che coinvolgono direttamente anche la politica e la chiesa, sono assolutamente verosimili; come mi è capitato di constatare personalmente tra incredulità e raccapriccio, durante i mesi successivi alla lettura del libro, in un articolo de IL FATTO QUOTIDIANO e in un servizio del TG3 su due diverse vicende riguardanti narcotrafficanti messicani che sembravano estratte direttamente dalle pagine di questo violento capolavoro dei nostri marci tempi.
Leggetelo, non lo dimenticherete…

IL BISBIGLIATORE


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