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ANDREA CARANDINI - DANIELA BRUNO: LA CASA DI AUGUSTO

Di: Marcello Berlich | 06/06/2011
"DAI 'LUPERCALIA' AL NATALE" Ci sono considerazioni che venendo ripetute a iosa, diventano quasi banali; il fatto è che poi se le stesse considerazioni raramente trovano conseguenze pratiche, è più o meno naturale che queste vengano private di ogni significato.
In tema di storia, bisognerebbe ad esempio conoscere innanzitutto i luoghi dove si è nati: eppure credo che se si facesse un rapido sondaggio trai cittadini romani, chiedendogli cosa in effetti siano le rovine dei Fori e luoghi limitrofi, raramente riceveremmo una risposta adeguata (e, scanso equivoci, mi ci metto pure io).
Ora, a Roma c'è un archeologo, che risponde al nome di Andrea Carandini, che ha speso buona parte della sua vita, addestrando inoltre varie generazioni di suoi successori, nello studio dei luoghi di fondazione della città, in particolare del Palatino. In decenni di attività si può dire che Carandini abbia rivoltato come un pedalino quel colle: in basso, alla ricerca delle tracce dei nuclei originari della città; in alto, nello studio e nell'esplorazione delle varie dimore che vi si sono sovrapposte nel corso dei secoli, in primis la cosiddetta 'Casa di Augusto'. Casa per modo di dire, poi, perché nella sua massima espansione arrivò a occupare ottomila e passa metri quadrati di superficie. Da qualche anno Carandini ha affiancato all'attività di studioso anche quella di divulgatore: all'inizio degli anni '2000 venne organizzata un'esposizione sulle ricerche riguardanti le pendici del Palatino e la fondazione della città; di qualche anno fa è "Roma il primo giorno", in cui quelle i risultati di quelle ricerche venivano sintetizzati.
Di più recente pubblicazione, e disponibile anche in edizione economica per la Laterza è "La casa di Augusto", in cui si passano in rassegna i risultati dell'esplorazione del grande complesso augusteo, con la sua evoluzione architettonica, funzionale e simbolica, da semplice 'dimora' a luogo in cui si svolgeva anche parte dell'attività pubblica e religiosa della città.
Tutto questo partendo dal ritrovamento del famoso 'lupercale', luogo sacro dedicato ai gemelli Romolo e Remo, e andando a finire al Natale, che si ipotizza sia stato celebrato per le prime volte proprio nella chiesa di Sant'Anastasia, costruita sulle rovine della casa di Augusto, proprio per sovrapporre il rito cristiano del Natale a quelle delle origini della città.
Oltre a quella di Carandini, il volume porta la firma di Daniela Bruno, sua allieva: a onor del vero la sezione stesa da quest'ultima ne occupa la maggior parte, esponendo le ricerche condotte, i risultati raggiunti, gli scenari da ipotizzati.
Un testo divulgativo, che non è comunque da qualche passaggio più ostico: abbondano i termini tecnici (personalmente ho dovuto darmi una rinfrescata in fatto di termini classici, perché di peristilii, tablinii e altre simili amenità non sentivo parlare in pratica dai tempi del Liceo, eccetto forse che in occasione dei programmi di Angela e figlio), ma nonostante questo il libro si segue abbastanza agevolmente, fornendo l'immagine di come dovesse apparire la dimora all'epoca.
Rischiando di poter sembrare un pò pedanti. si potrebbe affermare che libri come questo non dovrebbero mancare dalla casa di nessun cittadino romano, specie di nascite: in fondo ci mostrano e ci narrano le origini del luogo dove abitiamo, che insomma, dovrebbero far parte del nostro bagaglio culturale minimo: il consiglio è quindi di procurarselo anche considerando che la spesa, pur in tempi di 'vacche magre', è assolutamente esigua.

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