Mick Karn, un basso cosmopolita

Non un necrologio per Mick Karn, un grande che ci ha lasciato troppo prematuramente... perchè lui è stato un'artista davvero al di sopra delle convenzioni.
Lo vogliamo ricordare in questo "Primo Piano" della nostra radio perchè è stato uno dei primi a fare della contaminazione delle culture e dei suoni un valore artistico puro. La sua radice mediterranea, in contaminazione con l'arte dei suoi amici di Bath nel progetto Japan, a sua volta totalmente aperto alle suggestioni del Lontano Oriente...
Un'analchimia che ha avuto dell'incredibile, in termini di risultato artistico, nel contesto di quel caleidoscopico universo di creatività multimediale che è stata la "new wave" romantica made-in-Europe di inizio anni '80.
Il suono del suo basso è stato il protagonista magicamente insinuante delle migliori cose dei Japan, finchè la sua strada si è separata da quella di David Sylvian, a causa, secondo la "leggenda", di una rivalità sentimentale. In realtà, la vicinanza artistica e l'amicizia con l'ambiente-Sylvian non è mai venuta meno, basti pensare alle creazioni anni '90, con le molte collaborazioni insieme al fratello di Sylvian, in arte Steve Jansen, e soprattutto quella reunion, così elegante e discreta, con cui i Japan (tutti!) si riproposero nel 1991 sotto le mentite spoglie di "Rain Tree Crow".
Ma forse la cosa più emozionante Mick Karn l'ha generata quando, dieci anni prima, concretizzò il suo progetto più bizzarro e contaminante, un album con lo stupendo Peter Murphy, sempre con un "avatar" depistante, quello di Dali's Car. Mai come con "The Waking Hour" si è ascoltato un album così oscuro e solare nello stesso tempo.
Oltre a tutto questo, ci restano i suoi progetti da solista, a partire dal suo album di esordio, "Titles", anche se probabilmente la sua grandezza è stata quella di contaminare in modo sublime, con il suo inconfondibile stile mediterraneo e cosmopolìta, progetti artisticamente plurali.