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Alcune considerazioni sul "No B Day"

Di: Marcello Berlich | 07/12/2009

 Ci penso e ci ripenso, e mi dico che il problema principale della manifestazione di sabato pomeriggio è stata la sua prevedibilità, per certi versi disarmante.
Alla fine non ci è stato risparmiato veramente nulla di ciò cui solitamente si assiste in queste occasioni, a partire dallo stantio balletto di cifre: 'siamo un milione' sembra ormai uno slogan che gli organizzatori di simili eventi siano costretti a declamare, con la Questura come al solito a ribattere che i partecipanti sono un decimo di tale cifra. Slogan irridenti, striscioni caustici,
cartelli apertamente triviali. Come al solito tutto si è trasformato in un misto di civile protesta ed happening: "ahò, che famo oggi  pomeriggio? Mah, annamo alla manifestazione".
Le consueta scena che vedeva i fortunati o previdenti conquistatisi un posto al centro della piazza seguire gli interventi, e nella fascia più esterna nugoli di persone a fare capannello e parlare tra di loro, o semplicemente ad osservare il resto della folla...
Mi sono ritrovato lì, nella surreale situazione di assistere agli interventi di Borsellino e Fo guardandone le immagini su un megaschermo in lontananza e ascoltandone le voci per radio,
mentre intorno gli immancabili furgoni dei Sound System rendevano inintellegibile il poco che giungeva dal palco. Insomma, la situazione vista in molte altre occasioni, in cui si mescolano reale passione civile e un generico 'esserci per esserci'. Il problema poi come al solito è il 'dopo'.
Non è la prima volta che assiste a grandi manifestazioni più o meno autoconvocate: lo fecero i 'girotondi', l'ha fatto più recentemente Grillo. Risultati concreti,  pochi, mi pare: i protagonisti dei 'Girotondi' sono quasi tutti scomparsi, Moretti è tornato a fare il regista, Flores D'Arcais a pontificare da Micromega, il professor 'Pancho' Pardi ha preso la via della politica attiva con Di Pietro.
Grillo ha ottenuto qualche risultato concreto in più ottenendo al momento qualche seggio in svariati consigli comunali su e giù per l'Italia.
Aspettiamo di vedere come gli 'autoconvocati' di Facebook riusciranno ad incanalare le belle
energie mostrate ieri, in una manifestazione che doveva essere apartitica, ma che alla fine ha visto largo sventolio di bandiere dei 'falliti di Sinistra' che colgono queste occasioni per ricordare che dopo tutto esistono pure loro; dei Verdi che anche loro hanno ampiamente fallito la loro 'storica missione'; le bandiere di Di Pietro, che alla fine si è specializzato nel polarizzare
l'elettorato che esprime il proprio dissenso in queste occasioni, e per finire pure qualche bandiera del PD, alla faccia di Bersani...
Il punto fondamentale resta sempre quello: come sviluppare il discorso, e dove portarlo.
Scendere in piazza è dopo tutto sacrosanto, nessuno lo mette in dubbio, questo, ma poi ci vuole altro, perché non si può scendere in piazza tutti i giorni e insomma poi alla fine
l'elettore 'medio' è più colpito dagli arresti dei 'superlatitanti' più che dal
'pacifico corteo' e dalla Piazza San Giovanni (quasi) piena.
Vendola ieri ha mostrato di aver 'compreso' un concetto da tempo evidente, affermando che
"esistono partiti senza elettori, ed elettori senza partiti"; Grillo, pur con tutti i distinguo, ha dimostrato che partendo dalla rete è poi possibile arrivare ad avere rappresentanti negli organi rappresentatitivi dei cittadini, seppure a livello locale, gli autoconvocati di Facebook che è possibile radunare una manifestazione di massa (ed è questa la reale novità dell'evento di ieri)
senza essere persone 'di nome'.
Se realmente si vuole dare un seguito a  quanto visto ieri, è necessario combinare questi elementi, fare in modo che i 'partiti senza elettori' si diano una nuova organizzazione il più unitaria possibile, combinando radicamento sul territorio e radicamento sulla Rete.
Cosa non facile, perché ho l'impressione che anche in certi movimenti di 'sinistra' prevalgano ancora logiche arcaiche di ricerca del consenso...
Altrimenti, ci si accontenti della manifestazione in quanto tale: la dimostazione da parte di una bella massa di persone che c'è ancora chi la pensa in un certo modo, che crede ancora in certi principi e valori e l'ha voluto dire a gran voce al resto d'Italia, sperando di aver fatto riflettere almeno qualcuno.


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