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EMO VS TRUZZI: LA STORIA CHE SI RIPETE...

Di: Marcello Berlich | 21/09/2009
Ok, questo l'hanno già scritto in tanti: gli 'emo' contro i 'truzzi', il ripetersi di una storia, etc, etc... Ricordo che quando andavo alle medie esplose la mania dei 'paninari': se non avevi il piumino della Monclair (o il Dolomiten), i Levi's 501 e le Timberland, passavi per uno sfigato. Ricordo che ci 'caddi' anche io: il risultato fu che i miei mi comprarono un paio di Levi's comuni, un paio di Lumberjack (ai tempi considerate le 'cugine povere' delle Timberland), un giaccone imbottito con un'etichetta con scritto soprta 'fiocco di neve' che mi causò non poca derisione. Gli unici prodotti di 'marca' che uscirono fuori furono il berretto imbottito della Ciesse Piumini e la immancabile 'cinta di El Charro' (ve la ricordate? Ai tempi facega figo scrivere qualunque cosa coi caratteri di 'el charro'), comprata da un vu cumprà (ai tempi si chiamavano così), a Viale Marconi. Questo era ciò che succedeva in una comune scuola media della 'media' periferia romana, di quelle sorte negli anni '60, quando ancora tutto sommato i quartieri venivano costruiti con un minimo di raziocinio. I 'paninari' andavano puntualmene dal 'mac' (Donald, per intenderci), o tutt'al più da Burghy (quando ancora c'era), per conto mio frequentavo poco quei posti, l'età era ancora bassina, e comunque io ho cominciato ad 'andare in giro' verso i 14, 15 anni. La distinzione tra il seguire le mode e il non farlo non era così marcata: sarà perché eravamo ancora piccoli, ma certo, il piumino era motivo di vanto, ma se non l'avevi di certo nessuno ti ostracizzava. Il contrario dei 'paninari' a quei tempi erano i metallari, o i punk. Ricordo che a quell'epoca, incrociando per strada 'sti tizi coi capelli lunghi, vestiti di nero, con 'ste magliette con scritto Metallica o Iron Maiden ero leggermente inquietato, manco sapevo cosa significassero, quelle scritte. Tutto ciò mi venne svelato al liceo, quando finalmente capii che diavolo significassero quelle scritte. All'epoca da una parte sempre i metallari c'erano, dall'altra ricordo che non c'era un modello preciso, certo c'erano i 'pariolini' col loro abbigliamento leccato, ma il non plusultra era andarsene in giro col 'bomber' (il giaccone militare con tanto di scudetto tricolore sulla manica, di stampo fascistoide, ma giuro di aver sentito affermare gente che lo indossava di essere 'rossa'...) e sotto la classica magliettina bianca, col risultato di essere permanentemente raffreddati da ottobre a marzo, ma tant'è: ciò era quello che bastava, se si voleva rimorchiare. Da una parte c'era chi ascoltava musica da discoteca e canzonette italiane, dall'altra i fan dei Metallica. Poi tra il '91 e il '92 arrivò il grunge, e quindi si aggiunse questo "terzo modello', fatto più che altro di camicioni quadrettati: il realtà il grunge attraè più che altro metallari (l'abbigliamento più frequente era tenere il camicione a quadrettoni aperto, per far vedere la maglietta nera del gruppo di turno sotto, o tenere la suddetta camicia legata in vita a penzoloni). Per conto mio, continuai a non appartenere, almeno stilisticamente, a nessuna delle due campane: andavo in giro vestito in maniera piuttosto anonima, forte (e un pò vittima) del principio familiare secondo cui 'seguire le mode è da imbecilli' (anche se poi un paio di camicie 'pseudogrunge' riuscii a farmele comprare anch'io). Musicalmente, dopo aver scoperto i Queen verso i 15 anni, le classiche amicizie liceali (quelle che poi durano una vita) mi portarono sulla strada del metal, alla fine anch'io mi presi le mie brave magliette dei Metallica e dei Sepultura, di quelle prodotte in quel tessuto allucinante, che le portavi d'estate tutto fiero, non facendo caso al fatto che sudavi come una bestia. Tra l'altro ricordo anche come nel '94 (già andavo all'Università), alla morte di Kurt Cobain tanti 'pariolini' si scoprirono improvvisamente adoratori del grunge... mah. Ok, forse l'ho fatta troppo lunga, ma 'sta storia delle 'due campane' m'ha portato alla mente numerosi ricordi: oggi a fronteggiarsi sono i "truzzi', quelli ascoltano musica da discoteca a tutte le ore del giorno e della notte, che si rasano la capoccia e vanno in giro in canotta, e gli 'emo', più sensibili, con le loro 'frangette' (che uno si chiede con tutti quei ciuffi davanti come fanno a vedere dove vanno), l'abbigliamento ancora una volta tendente al nero e una (almeno a parole...) spiccata tendenza alla tristezza e a un nichilismo un pò di maniera. Nulla di nuovo, solo che stavolta sembra abbiano giurato di sistemare la questione, dandosi appuntamento a Piazza del Popolo (che in effetti insieme a Via del Corso è uno dei luoghi in cui le due 'tribù' vengono a contatto). A quando ricordo, quando avevo la loro età non c'era così tanta acredine: per lo più ci si ignorava, ciascuno a casa sua, insomma. Può darsi anche che qualche rissa ci fosse, tra chi indossava il bomber e chi le magliette degli Iron Maiden, io senz'altro non mi ci sono mai trovato in mezzo (forse perché non frequentavo i 'giri e i luoghi giusti'). Questa storia del 'regolamento di conti' comunque mi fa pure un pò sorridere, mi chiedo cosa ci sia alle spalle, se una questione di 'territorio', un semplice starsi sulle scatole rispettivamente e decidere di definire la questione... più probabilmente si tratta della necessità di sfogarsi, di avere un qualche senso di appartenenza, rivendicandolo anche picchiando di santa ragione chi appartiene alla fazione opposta. Si potebbero aggiungere tante altre considerazioni, a partire dalla ovvia osservazione che alla fine entrambi i gruppi sono vittime di certi meccanismi commerciali finalizzati a sfruttare indoli e caratteri attraverso la creazione di modelli, finalizzati unicamente a far svuotare loro il portafoglio. Preferisco però fermarmi qui, in fondo ho scritto abbastanza, e continuare a guardare 'sta storia degli emo contro i truzzi come l'ennesimo capitolo di una storia già vista, che, anche se un pò marginalmente, ha coivolto anche me.

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