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'All'italiana'...

Di: Marcello Berlich | 24/07/2009
Trai tanti titoli ad effetto sull'ultimo G8, uno in particolare mi ha colpito per enfasi: "all'italiana, cioè fatto bene". In calce al roboante titolo si sottolineava come finalmente col G8 l'Italia si sia scrollata di dosso l'etichetta di pressapochismo, improvvisazione, di cose fatte all'ultimo momento. In realtà sarebbe bastato spostarsi di poche centinaia di chilometri, andare al Foro Italico e vedere la situazione dei Mondiali di Nuoto per capire che non è proprio così... Anzi, questa manifestazione se necessario ha dato la conferma che fare le cose 'all'italiana' significa proprio tutto quanto detto sopra. La 'catena di Sant'Antonio' di disorganizzazione assortita parte da lontano, dalla scelta della 'location': era previsto un impianto all'avanguardia costruito 'ad hoc' a Tor Vergata, invece poi non ci sono stati coi tempi, e via in fretta e furia a utilizzare il 'caro, vecchio Foro Italico'... Poi sono venute le polemiche sugli 'impianti accessori': in pratica, una serie di piscine private sparse per Roma e Provincia è stata scelta come sede per gli allenamenti... In qualche caso, tale 'status' ha portato i proprietari a fare i furbi e a effettuare ampliamenti fuori regola. Per non mettere tutto in discussione, si è proceduto con il classico 'colpo di spugna', un bel provvedimento col quale praticamente si è garantita l'utilizzazione di tali impianti (con qualche dubbio sul collaudo). Nel frattempo suscitava molte polemiche il polo natatorio di Ostia, in particolare riguardo il suo impatto ambientale. Dalle strutture periferiche, si torna a quelle centrali. Selezionato trai 'volontari' (a proposito, adesso li chiamano 'Friends'...) ho potuto seguire da una posizione leggermente più ravvicinata l'evolversi della faccenda. Per farla breve, a inzio luglio la zona era ancora un cantiere. Per farla ancora più breve, il mio primo giorno di 'prestazione d'opera gratuita' (leggi: volontariato), ancora c'erano operai che giravano per la zona. Va sottolineato che i ritardi nella costruzione delle strutture se ne sono portati appresso di ulteriori sotto il profilo organizzativo: contattati per un primo colloquio a marzo, convocati per un paio di incontri di 'formazione' tra aprile e giugno, i volontari (ovvero, i 'Friends'...) si sono trovati a ricevere i turni quasi all'ultimo momento. Senza contare una questione, tutto sommato marginale, ma molto significativa per descrivere il livello organizzativo della faccenda: il 'caso delle divise dei volontari (anzi, dei Friends...)'. Cos'è successo? Semplicemente questo: che dopo aver chiesto più volte ai volontari le prorpie misure, al momento del ritiro molti hanno avuto problemi, con taglie o troppo piccole o troppo grandi... insomma: già per certi aspetti ridicole in partenza (maglietta, 'pinocchietti', scarpe Superga tricolori), in molti casi queste sono state 'adattate', e così assistiamo a magliette modello sottoveste, o a pantaloni stile 'tenda da campeggio'. Il tutto perché, da quanto ho capito, sono state ordinate in anticipo, dunque senza tenere un minimo conto della 'ricorrenza statistica' delle varie misure. E si che nel 'manuale dei Friends' c'era scritto che 'la divisa va portata con onore'... certo che se vestendola si è pronti per il Circo Orfei, questo mi pare molto difficile (alla fine chi di dovere è stato obbligato a dire 'fate come volete', mettetevi pure dei pantaloncini vostri, basta che siano blu). Insomma, siamo alle solite: come troppo spesso succede in Italia, il successo dell'organizzazione sarà dovuto, più che a un'attenta pianificazione, all'improvvisazione, alle soluzioni prese in corner e anche ad una cospicua dose di fondoschiena... Sicuramente chi si trova in questi giorni a passare per il Foro Italico rimarrà piacevolmente stupito dalla bellezza del complesso, su questo non c'è dubbio... il problema è che (come al solito) tutto questo è stato frutto della classica 'corsa all'ultimo momento'... Anche stavolta, dunque, c'è andata bene: forse è vero che in Italia se le cose non vengono fatte così non ci piacciono, c'è da chiedersi però cosa succederà il giorno in cui questa corsa inciamperà sull'ultimo imprevisto...

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