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Record Store Day

Di: Francesco Dell'Ombra | 18/04/2009
Anche quest'anno viene celebrato il record store day. Iniziativa nata negli Stati Uniti per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla progressiva scomparsa dei negozi di dischi, anche se il fenomeno ha risvolti del tutto diversi in Italia rispetto al resto del mondo. Ed anche quest’anno radiorock the original parteciperà alle celebrazioni.

Ma in questo caso vorrei vedere il problema in modo diverso e perché no anche in modo polemico. Sono infatti abbastanza stufo di sentire dire che il disco sta scomparendo solo per colpa di Internet, delle major, del download legale o meno della musica.

Io penso che il disco inteso come oggetto di cultura scompare prima di tutto per colpa nostra. Dove per nostra intendo di tutti di coloro che fanno parte della cosiddetta scena musicale, anche solo come ascoltatori. Perché penso che i primi a mancare, i primi nel disertare i negozi di dischi siamo stati noi, affidandoci al download, risparmiando nell’acquisto di musica od addirittura nel non acquistare più vinili o cd.

Come sapete rr.to ha la sua sede all'interno di uno dei pochi negozi di dischi rimasti a Roma, e proprio stando al suo interno ho avuto la possibilità di osservare come si comportano molti dei frequentatori del negozio: Entrano, guardano magliette spille, parlano con chi è alla cassa di quanto erano i fichi i Clash, di quanto erano duri e puri i Sex Pistols, o di come quando eravamo sedicenni ascoltavamo un disco fino alla noia, e che la musica di allora quella era vera musica, non questa. Nel frattempo i dischi stanno lì in bella mostra, edizioni speciali, ristampe, nuove uscite, il tutto spesso a prezzi ridicoli, e restano invenduti sugli scaffali, mentre magari nel frattempo si acquista la maglietta con sopra scritto Fuck You, I'm Bad, e cosi vià per poi mettersela sotto giacca e cravatta. Nel frattempo, a casa abbiamo il pc accesso da giorni che scarica tutta la discografia dei Fugazi, per poi puntualmente metterla da parte in qualche hard disk e non ascoltarla mai, o addirittura per perderla dopo qualche mese.

Eppure se confrontiamo quanto costava un disco trenta anni addietro rispetto ad ora, il costo è decisamente inferiore rispetto a quanto sia aumentato qualsiasi altro oggetto di consumo. I meno giovani di noi si ricorderanno della Linea 3. Era la linea economica della RCA, i dischi erano venduti a 3000 lire rispetto alle canoniche 5-6000 lire di un LP, oggi i cd si trovano tranquillamente a 5-6 euro, è evidente di quanto sia diminuito il costo di un album nel tempo, provate infatti a fare il paragone del costo di un libro nel 1977 rispetto a quanto costa ora.
Eppure noi continuiamo ad acquistare libri ma non acquistiamo musica, anche se troviamo comunque i soldi per andare al pub o per una pizza, tanto c’è sempre il pc a casa che scarica per noi ed ascolta la musica per noi, mettendo in pace la nostra coscienza di appassionati di musica. Se sei appassionato di musica, la musica la compri !!

Quello che voglio dire è che se da un parte ci sono sicuramente stati errori strategici da parte di etichette (major e no), distribuzione e negozi, dall’altra parte ci siamo noi che abbiamo seguito prima il cd, poi napster e gli mp3, e tra poco non avremo niente da seguire, se non cercare di recuperare i file perduti in qualche pc.

E non ditemi come spesso sento dire che siamo contenti perché ora con la prossima morte del cd, tornerà in auge il vinile. Ora torna in auge ad un prezzo esagerato, mentre tutto il patrimonio storico in formato vinilico è finito sotto pressa o ad aumentare le quotazioni dei collezionisti. Ne in questo senso vale la teoria che grazie ad Internet si condivide la musica anche quella più sconosciuta o rara. Se è presente troppa informazione, l’informazione che abbiamo è zero, guardate cosa ascoltano e cercano le nuove generazioni su Internet, anche chi ha a casa discoteche con migliaia di titoli, appartenenti ai genitori, va su itunes e scarica ed ascolta la musica di MTV.

Il risultato quale sarà ? che la musica perdendo sempre di più la sua fisicità, sarà sempre di più ad appannaggio esclusivo delle major e delle sue strategie. Strategie puramente commerciali, anzi spesso solo usata ridotta ad essere veicolo pubblicitario di prodotti che non hanno nulla a che fare con la musica. In questa ottica vanno ad esempio già le scelte di alcune major che hanno deciso di non realizzare più cd ma solo musica in formato digitale, o la celebrazione del download day da parte di MTV. Un caso che sia stato il giorno prima del record store day ?

Quindi ? Come reagire ? Partendo da noi stessi, che come al solito possiamo fare molto partendo dal basso nella migliore tradizione del “do it yourself”. Partiamo da quello che possiamo fare ogni giorno, come ad esempio fare un download in meno ed acquistando un disco in più, nel passare meno tempo su Internet e più tempo in un negozio di dischi. In questo senso il record store day può avere una grossa valenza, se viene preso come stimolo non solo per un giorno, ma nel dare il via a tornare ad acquistare musica con continuità. Perche sono convinto che la musica sia una passione da condividere non con un computer ma con altre persone, ed attraverso la presenza fisica del supporto, supporto appunto da condividere, da usare, da scambiare, da rovinare, da vivere insomma.

Nella rivista Inglese, Record Collector, ogni mese viene intervistato un collezionista o un proprietario di un negozio di dischi, l’ultima domanda che viene posta è sempre la stessa: Cosa farai dei tuoi dischi quando non ci sarai più ? Le risposte vanno dal lasciarli ai figli o donarli a discoteche pubbliche.

Provate ora a farla diventare: Cosa farai del tuo hard disk pieno di mp3 quando non ci sarai più ? la risposta sarà probabilmente una sola:

Verrà formattato.

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