Cerca tra i 5477 podcast,
l'archivio delle nostre trasmisioni dal 2006

Santoro, l'informazione e le catastrofi

Di: Marcello Berlich | 13/04/2009
Che poi mi chiedo quale sia l'utilità ultima di parlare per l'ennesima volta di Santoro, dicendo cose trite e ritrite. Ho visto a spezzoni la trasmissione dell'altra sera, quella che ha suscitato tutte le polemiche di questi giorni. C'è da chiedersi se alla fine non sia tutto un 'gioco delle parti', con Santoro che apparentemente 'la fa fuori dal vaso', le reazioni indignate, le controreazioni che tirano in ballo la libertà e la democrazia. Tutto già visto più di una volta. Noioso, in fondo. Nel suo programma, Santoro ha posto delle domande che si fanno tutti: come mai un terremoto che altrove avrebbe avuto gli effetti di una puntura di spillo qui ha fatto quasi 300 morti? Poteva essere previsto (visto che, nonostante quello che dicono tutti, qualcuno sostiene di si, e comunque erano mesi che da quelle parti si sentivano scosse?). Ha fatto domande, lecite, sulla efficienza e rapidità dei soccorsi. Ne ha fatte di meno scontate, sul fatto che in Italia ormai Bertolaso sia diventato un 'deus ex machina' buono per ogni occasione: ma non c'è nessun altro? Il problema sono i modi e i tempi. I 'modi' di Santoro li conosciamo tutti: sono quelli di una persona estremamente arrogante, la cui autoreferenzialità negli anni è andata via via aumentando, alimentata dal fatto che all'interno del panorama televisivo italiano a dire certe cose sono rimasti in pochi, col risultato che lui stesso si sente un intoccabile, e guai a metterlo in discussione. Lo ricordiamo tutti, da Celentano, quando gridò di 'dargli un microfono', come se quello di avere uno spazio in televisione fosse diventato per lui un diritto inalienabile... Sono i risultati perversi di un sistema televisivo in cui certi personaggi (a prescindere dal tipo di programmi, o dall'orientamento politico) mettono le radici e si sentono in diritto di trasmettere vita natural durante: in questo senso, Santoro è come Fazio, la Ventura, Magalli, Scotti... sono vent'anni che sta in TV... (io per conto mio, credo che i personaggi televisivi dovrebbero avere una data di scadenza, dopo dieci anni, via...). Sui 'tempi', il gioco è chiaro, a 'evento caldo', per 'stare sulla notizia', si imbastisce la trasmissione su 'tutto ciò che non va, a dispetto di quello che dicono gli altri'. Tutti sembrano essere d'accordo sul fatto che Santoro faccia dei programmi giornalisticamente eccellenti, circondandosi di uno staff di prim'ordine: su questo c'è un accordo talmente trasversale, che è diventato un pò un luogo comune, e in questo caso ci voleva veramente poco, a radunare tutta quella gente che, avendo perso tutto da poche ore, era ancora preda della rabbia e dell'emozione. Sarei capace anch'io... Il problema, alla fine, sono gli scopi: perché Santoro sapeva benissimo che piega far prendere al suo programma, sapeva benissimo che a un certo punto sarebbe stato accusato di attaccare la Protezione Civile e le migliaia di volontari che hanno preso e sono partiti... Sapeva benissimo tutto questo, e invece di stupirci, ha recitato alla perfezione la parte che ci si aspettava da lui. Tutto già scritto: già scritte le reazioni delle Istituzioni, già scritte le controreazioni dell'opposizione, già scritto il fatto che così Santoro abbia fatto ancora una volta parlare di sè, ponendosi come chissà quale baluardo contro l'informazione 'di regime'. Ben sapendo, tra l'altro, che male che gli vada, gli sospenderanno il programma e, come già successo, magari rimedierà una candidatura e un seggio al Parlamento europeo. Più che un 'eroe contro' insomma, Santoro appare essere molto furbo e molto simile al suo 'arcinemico' Berlusconi: se Berlusconi da anni ha trasformato la politica italiana in un referendum permanente proo contro la sua persona, Santoro ha applicato lo stesso sistema alla televisione: se lui c'è, la televisione è libera, se non c'è, allora c'è un regime... Paradossalmente, e mi meraviglio che i 'grandi comunicatori' della destra non l'abbiano ancora capito, il modo migliore per mettere Santoro in condizioni di 'non nuocere', non sarebbe quello di sopprimergli le trasmissioni: sarebbe quello di aumentare il numero di programmi sul tipo del suo, facendolo smettere di essere un 'unicum' e privandolo così dell'aura di intoccabilità che si è costruito col tempo...

Condividi

     

Commenta

ULTIMI POST