Tratto da La Nuova Ecologia
Il greggio con consegna a novembre è arrivato a 87,13 dollari al barile. Per Vittorio Prodi, docente di fisica ed europarlamentare, questo "inciderà sulla qualità della vita e sull'accesso alle risorse.
Il petrolio vola a 87,13 dollari al barile: ce lo avessero detto quando era a 30 dollari avremmo trasalito e previsto disastri, ora invece sembra tutto normale. Cosa sta succedendo, quindi? La gente fa finta di non sapere e sceglie di "fare lo struzzo". Ne è convinto Vittorio Prodi, docente di fisica e deputato del parlamento europeo per l'Ulivo, membro della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare e della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia, e fratello del presidente del consiglio.
«Il petrolio non si ferma, e la gente non reagisce – dice Prodi a margine di un workshop Enea sull'idrogeno - questa è la "struzzata", il voler nascondere la testa sotto la sabbia». Invece, questi livelli di prezzi «sono proprio ciò che dovrebbe darci la determinazione a cambiare sul serio», spiega, facendoci dirigere verso rinnovabili.
«Proprio come politico vorrei dare questa forte percezione che il cambiamento sarà grosso - avverte l'europarlamentare - ma ci porterà a una convivenza a livello molto più elevato, con la capacità di sottolineare la vera qualità della vita, con la caratteristica della sostenibilità , cioè di una possibilità di accedere equamente alle risorse naturali».
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