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Pregiudizio Zingaro

Di: Gianni Ciaccio | 09/10/2007

Nicola B. sul blog di Beppe Grillo scrive:

"Sono un cittadino italiano... sposato con una cittadina rumena! Non sono un razzista!
Ho casa in Romania! ho amici in Romania! Ho parenti in Romania! La mia azienda è registrata in Romania! Ho iniziato a lavorare in Romania dal 2002! ne ho viste di tutti i colori li! Mia moglie è rumena! Mia nonna era croata! Ma io sono italiano! I miei figli saranno italiani! Mia moglie è diventata italiana! Dà un contributo anche lei alla mia famiglia... alla mia casa... a questa nazione! Chi non lo merita BASTA! fuori! Fuori da questo Stato! Schengen non è servito a nulla! Non serve a noi italiani o ai tedeschi! Serve solo a questi ad approfittarne per venire qui e fare quello che vogliono!
Lottiamo ogni giorno contro la mafia! La povertà! Di problemi in Italia ne abbiamo infiniti! Non siamo neppure noi pronti ad accoglierli! Non possiamo dargli le case! I nostri padri hanno sudato e lavorato per costruire questa nazione! BASTA! Sono di sinistra... ero di sinistra! Ora basta! Fuori il marcio dai nostri confini... dalle nostre carceri... dalle nostre strade!!
Benvenuto chi invece ha voglia di lavorare e progredire insieme! VIVA l'ITALIA!"

 Un mare di contraddizioni e banalità, del tipo di quelle che si sentono per strada nascoste dall'anonimato. Questo il termometro dell'oggi.

 Pochi giorni fa il giovane rom che ha causato la morte di quattro ragazzi investendoli con la sua auto è stato condannato a sei anni e mezzo da scontare in parte in un centro di disintossicazione e riabilitazione dall'alcol, era ubriaco alla guida dopo aver fatto il giro dei bar della zona. Al momento della lettura della sentenza gli amici dei quattro giovani hanno inveito contro di lui con alte urla :"Assassino!" "Sei una merda!" ed altro. Queste urla sono rimaste nelle mie orecchie. Qualcuno potrà dirle urla giustificabili. Io credo faccia confusione. Il PM aveva chiesto anche meno: quattro anni. Il problema, secondo me, è che la legge non considera chi guida ubriaco come un potenziale assassino. Faccio un esempio: se io me ne andassi in giro per la piazza affollata con una pistola a sparare a casaccio un po' per aria, un po' per terra, dovrei essere fermato, immobilizzato, condotto in carcere, giudicato velocemente e condannato. Il fatto che io non avessi intenzione di uccidere, sparavo infatti anche in aria, non dovrebbe cambiare il fatto che ho sparato in mezzo alla gente. Che io abbia ucciso o meno non dovrebbe avere importanza perché è legato alla fatalità. Qualcuno che era o meno sulla traiettoria dei miei proiettili. Debbo essere considerato un potenziale assassino, un assassino. Come se guidassi ubriaco.  La legge invece non considera l'ubriaco al volante in questi termini. Ecco quindi i quattro o sei anni di reclusione per quattro morti innocenti. Una relazione anni/morti di 1 anno e1/2 a persona. Una bazzecola. La Legge. E poi c'è il Rom. Se al volante ci fosse stato un amico dei ragazzi, la reazione sarebbe stata la stessa? Quei ragazzi urlavano contro quella persona ammantata di diversità o contro la legge? Urlavano contro gli "zingari" come Nicola B., scambiando cause ed effetti, verità e pregiudizi.


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