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#TheOriginalToday

Radiorock.to The Original
presents a new #theoriginaltoday by Giusy Chiara Meli
Il 12 marzo 1967 veniva pubblicato The Velvet Underground & Nico, il primo album dei Velvet Underground registrato con la collaborazione vocale della cantante tedesca Nico e pubblicato dalla etichetta Verve Records.
Venne prodotto da Tom Wilson e da Andy Warhol, il quale ne disegnò la celebre copertina con la banana, inserita dalla rivista di critica musicale Rolling Stone al decimo posto nella lista delle "100 migliori copertine della storia".
Il disco, uscito in tiratura limitata, venne quasi ignorato dal pubblico, ma conquistò subito la critica dell'epoca diventando uno degli album più acclamati e influenti nella musica popolare . Nel 2003, si è classificata tredicesima nell'elenco dei 500 Greatest Album di tutti i tempi della rivista Rolling Stone .
L'album è inserito nel National Recording Registry dalla Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti come opera da preservare per i posteri
«Soltanto cento persone acquistarono il primo disco dei Velvet Underground, ma ciascuno di quei cento oggi o è un critico musicale o è un musicista rock»
(Brian Eno)
Il disco fu un cataclisma nella musica rock, come un asteroide che sbatte sulla Terra e cancella tutta la vita che era presente prima. L'album era un mix sublime tra il positivo e il negativo, il melodico e il dissonante, il bello e il brutto.
Musica "colta", aristocratica, in cui si identificava una frangia generazionale distante anni luce dagli hippy "peace & love" della West Coast.
Le canzoni di Lou Reed e John Cale si basavano sicuramente sul Rhythm and blues ma anche sugli stili minimalisti dell'epoca come Lamont Young e Terry Riley. Reed parlava / cantava come Bob Dylan, legandosi al folk rock del tempo, ma anche urlando come i migliori cantanti soul in circolazione.
Andy Warhol, il manager della band e idea man all'epoca, inserì nel gruppo Nico, presente in tre canzoni: "Femme Fatale", "All Tomorrow's Parties" e "I"
Queste canzoni insieme a "Sunday Morning" e "There She Goes Again" rappresentano la musica pop in tutta la sua normalità.
Le altre sei canzoni che costituiscono il resto del disco formano un'opposizione al pop: incorporando i suoni mediorientali in "Venus in Furs", mettendo insieme strumenti orchestrali come in "Black Angel's Death Song" e temi sulla tossicodipendenza come in "I'm Waiting for My Man", "Run Run Run" e "Heroin". Quest'ultimo è forse il gioiello dell'album in termini lirici.
L'album usa queste canzoni come un gateway per un futuro non ancora visto, dove creare il loro fantastico mondo alla moda.
Il disco risulta innovativo e piacevole, poiché stava offrendo della musica rock in un modo diverso, che non era mai apparso prima. Invece di cercare semplicemente di essere "psichedelici", The Velvet Underground erano qualcos'altro: un'entità musicale viva e respirante che poteva andare in qualsiasi direzione musicale volesse, in una frazione di secondo. I contemporanei come i Rolling Stones erano grintosi, giovani di strade urabane, i Velvets erano artisti astratti e notturni.
Mentre solo la canzone finale costituisce il suono vivace per cui i Velvets sono famosi, "European Son", tutte le canzoni sono fantastici esempi di musica creata senza confini o limiti.
È forse il più grande debutto della musica rock di tutti i tempi.
Singoli estratti:
All Tomorrow's Parties/ I'll Be Your Mirror
Sunday Morning / Femme Fatale
Venus in Furs / All Tomorrow's Parties
Tracce
Sunday Morning
I'm Waiting For The Man
Femme Fatale
Venus in Furs
Run Run Run
All Tomorrow's Parties
Heroin
There She Goes Again
I'll Be Your Mirror
The Black Angel's Death Song
European Son

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