#TheOriginalToday
Il 23 settembre
David Bowie pubblicava per la RCA Records, uno dei singoli più potenti della sua carriera.
Il singolo anticipava di 3 settimane l'album della sua rinascita personale.
Heroes, il secondo capitolo della trilogia berlinese del Duca Bianco, usciva oggi, il 14 ottobre del 1977.
Il singolo fu scritto in un periodo di profonda depressione e crisi esistenziale per David Bowie, che nella sua permanenza a Los Angels viveva distrutto dalla droga e dall'alcol. Il suo era un crollo fisico talmente evidente che in molti pensavano che sarebbe morto da un momento all'altro.
Invece il Duca Bianco diede prova di una grande forza riuscendo in una rinascita spirituale ed artistica.
Dagli USA si trasferì a Berlino, la città dove in prossimità del muro si davano appuntamento diversi artisti provenienti dall'occidente.
Qui con
Brian Eno alla produzione, nello Studio 2 degli Hansa Studios scrive la musica di Heroes.
Eno non avrà alcun dubbio; il tema musicale per lui suona già epico, eroico, ancor prima che Bowie scrivesse il testo e scegliesse il titolo del brano.
Il riff di chitarra fu ideato da Robert Fripp, chitarrista dei
King Crimson.
Con Tony Visconti alla produzione, il disco venne interamente registrato nella città di Berlino.
Ed è fortissima l'influenza ambientale misteriosa, fredda, industriale, a volte aliena, che ne riceve l'album.
Heroes è un album figlio del precedente lavoro, Low. Anch'esso è diviso in due parti distinte.
Nella prima parte troviamo dei testi quasi brillanti, con un barlume di speranza.
La sua voce raggiunge vette espressive altissime, attraverso brani potenti e coinvolgenti, tra cui la stessa title track.
I testi vedono un Bowie al top della forma, con un humor forse mai avuto precedentemente.
Ma il senso estetico di Bowie, grazie al lavoro di Eno che si fa sentire chiaramente, si carica di una bellezza lunatica nelle strumentali del secondo lato.
È qui che l'album decolla, riprendendo il senso ambient e sperimentale del secondo lato di Low ma superandolo per intensità ed atmosfera.
V-2 Schneider inizia il blocco strumentale dell'album ed è un ottimo modo, anche se non è totalmente strumentale, poiché possiamo sentire Bowie dire due volte "V-2 Schneider".
È palesemente dedicata a Florian Schneider, figura ispiratrice per Bowie.
Il sax aggiunge personalità e talento al brano, probabilmente ben strutturato ma forse il più debole rispetto alle tre successive.
La traccia più bella è Sense of Doubt, con un pianoforte minaccioso e cupo, che vola in alto e poi in basso, assecondato dalle tastiere e dal vento che soffia fuori.
Arriva un aeroplano che sorvola Berlino, e se ne va lasciandoci il pizzico delle corde di Moss Garden, un quadro orientale astratto, pacifico, con Bowie che suona anche il giapponese Koto, strumento a corde, offrendo una performance meravigliosamente sottile e sensibile su quello che è un perfetto pezzo rilassante e quasi ipnotico.
L'ultimo dei brani strumentali è Neukölln.
È il nome di un quartiere di Berlino ed è una riflessione sulla mancanza di radici degli immigrati turchi.
Suonato principalmente con il mellotron, fu ispirata dall'album di Froese, Epsilon in Malaysian Pale, del 1975.
Presente principalmente Bowie che suona il sax, facendolo sembrare un lamento, mescolato con un ronzio ambientale. Il finale è brusco, poiché il sassofono viene suonato in un modo molto accorato.
Bowie non permette che l'album finisca in modo malinconico. E come ultima traccia, inserisce "The Secrets of Arabia", che è un ritorno ai suoni ascoltati all'inizio dell' album, con una sezione ritmica funky e una strumentazione bizzarra, battiti di mani che sono ancorati da voci e testi stravaganti.
Per molti sembra la traccia fuori posto e lo stesso Bowie affermò dopo che "è una grande canzone, ma la sua posizione nell'album rovina l'effetto drammatico ... l'ultima nota di "Neuköln" sarebbe dovuto essere l'ultimo suono dell'album. Il disco è davvero molto buono, e offre una prima impressione di quello che sarebbe successo con Lodger."
Tante sono state le cover dei brani di questo disco.
Il brano "Heroes" è stato coverizzato dai Blondie, eseguita live nel corso del tour del 1980; abbiamo la cover dei Tangerine Dream nell'album del 2010 Under Cover - Chapter One; quella di Peter Gabriel, usata nella colonna sonora originale della serie tv Strager Things.
E quella dei Depeche Mode, che nel 2017, eseguirono "Heroes" nelle tappe del "Global Spirit Tour", in Europa, in omaggio al Duca Bianco.
Tale singolo venne poi pubblicato sul loro canale ufficiale il 22 settembre dello stesso anno, in occasione del 40° anniversario della pubblicazione del singolo originale.
Heroes rappresenta sicuramente la migliore delle collaborazioni tra Bowie ed Eno.
Funge da predecessore del suono new-romantic, l'incontro completo delle menti, tra l'abile finezza di Eno per i suoni ambient e per il krautrock e le influenze elettroniche di Bowie, pur rimanendo innegabilmente sempre moderno.
Lato 1
Beauty and the Beast
Joe the Lion
"Heroes"
Sons of the Silent Age
Blackout
V-2 Schneider
Sense of Doubt
Moss Garden
Neuköln
The Secret Life of Arabia
Heroes"/V-2 Schneider
Beauty and the Beast/Sense of Doubt