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Un regista che sa "filmare" l'Anima

Di: Franz Andreani | 12/10/2015
Oltre alle cose belle che ho letto un po' dappertutto su siti web e giornali specializzati riguardo al film di Giuseppe M. Gaudino "Per Amor Vostro" presentato alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia di quest'anno, riguardo alla poetica della storia, la grande interpretazione di Valeria Golino, le splendide musiche di Epsilon Indi, c'è una cosa che mi è arrivata molto forte quando pochi giorni fa sono andato finalmente a vedere questo film: Giuseppe M. Gaudino dà prova, una volta di più, di essere in grado di "filmare l'Anima".
La paura, le angosce, le preoccupazioni, ma anche la gioia e l'amore, non vengono narrate; lo spettatore le vede, ha un confronto con esse, i sentimenti risuonano nello spettatore attonito. Non dico che ci si riconosca nelle paure e nelle angosce di Anna, la protagonista del film, ma queste si vedono, vengono rappresentate, rese materia sensibile, plastica, davanti ai nostri occhi. Non sono d'accordo con chi giudica questo film fermandosi alla storia che, se vogliamo, è semplice, forse qualcuno vedendo il film capisce tutto prima che finisca, ma i personaggi sono talmente reali, talmente vivi, che tu vivi con loro, non sono un "altro da te" che racconta la propria vicenda, ma tu hai la possibilità, se vuoi, se accetti il confronto, di entrare nel loro essere.
Quando sono uscito dalla sala ho detto alla persona che era con me, che avevamo assistito ad una "scazzottata" perchè, da una parte il film non ti molla mai, e dall'altra, se riesci a raggiungere l'Anima dei personaggi in una storia tormentata e comune, non puoi che soffrire e gioire con loro. Gaudino ha questo dono, ha una sensibilità che gli permette di rendere cinematograficamente l'Anima, quindi questo film non può che essere un capolavoro. Non crediate comunque di andare a vedere uno "psicodrammone", si riesce anche a ridere per le situazioni paradossali, per questa rappresentazione della santificazione e della filosofia popolare che domina l'intera vicenda; come accade nella vita si ride e si piange, perchè non è mai tutto bello o tutto brutto, ed il film, come detto prima, scorre fluido in mezzo a mille emozioni e stati d'animo.
Le musiche sono scritte dagli Epsilon Indi, formazione con base a Roma che da più di vent'anni collabora con il regista campano e con la sua consorte, anche lei persona di grande sensibilità artistica, Isabella Sandri.
Il gruppo sembra a suo agio in ogni occasione riuscendo a prendere a piene mani dalla sua lunga esperienza fatta non solo di colonne sonore. Suoni nuovi ed antichi, ciaramella, chitarra battente, organetti e percussioni, oltre ai più consueti chitarra basso e tastiere, si impastano magnificamente con il piglio da canzoniere di Alessandro Romagnoli e la voce "popolare" di Stefania Anzelotti, ma dietro si sente una mano unica, un unico regista come in un film, il tocco lieve e deciso di Sergio De Vito.
Un accenno in finale va alla splendida fotografia e all'uso del bianco e nero e del colore, tutt'altro che mero esercizio di stile, e una nota sul suono, bellissimo, ricchissimo di effetti realistici senza quei suoni fasulli presenti in tanti film, che commentano tutte le scene nelle quali ci sia della tensione, suono messo in risalto da una musica bella e originalissima, canzoni fuori dal tempo che narrano, come il Coro nel teatro greco, un film pieno zeppo di spunti per chi ha voglia di coglierli, un film che voglio andare a rivedere e del quale sono curioso di sapere cosa ne pensiate.

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