“Abbiamo usato la bomba atomica contro coloro che ci aggredirono proditoriamente a Pearl Harbor, che torturarono i prigionieri di guerra americani, che violarono tutte le leggi internazionali… Abbiamo usato la bomba atomica per abbreviare il conflitto… La useremo ancora, solo la capitolazione del Giappone ci fermerà… Sulle nostre spalle grava una responsabilità immensa. Ringraziamo Dio di essere noi, e non il nemico, a doverla sopportare. E preghiamo Dio di illuminarci nell’uso di questo strumento secondo le Sue intenzioni.” (Harry Truman, presidente degli Stati Uniti d'America)
Alle 09:50 del 9 agosto 1945 Bockscar, la fortezza volante che trasporta la bomba atomica al plutonio destinata a distruggere la seconda città giapponese dopo Hiroshima, avvista Kokura, l’obiettivo primario della missione il cui arsenale è già nel mirino di puntamento quando le nubi lo rendono improvvisamente invisibile. Il comandante Sweeney annuncia all’equipaggio un secondo passaggio compiendo un ampio giro nel cielo a 9.800 metri di altezza ma la visibilità non migliora neppure dopo un terzo tentativo. Sweeney e Ashworth, il responsabile della bomba, decidono di puntare sull’obiettivo di riserva, salvando gli ignari abitanti di Kokura e condannando quelli di Nagasaki all’esperienza dell’inferno.
Un inferno che dopo Hiroshima non era certo necessario per spingere il Giappone alla resa, ma che era semplicemente finalizzato a mostrare i muscoli all'Unione Sovietica e a sperimentare un nuovo tipo di bomba, al plutonio e con un differente meccanismo di detonazione.
Il Pikadon, in lingua giapponese il “Lampo-Tuono” provocato dall’esplosione atomica, dissolve istantaneamente qualsiasi cosa vivente si trovi nel raggio di 1 km. Uomini e donne dei quali restano solo alcune ombre stampate sui muri sbiancati dall’accecante sole artificiale acceso dall’uomo sulla terra allo scopo di annientare la vita.
Quasi altrettanto “fortunati” sono coloro che si trovano tra i mille e i duemilacinquecento metri dall’epicentro dell’apocalisse, uomini-formica carbonizzati come insetti con una lente d’ingrandimento in un tempo compreso tra i 2 e i 7 secondi dall’alito del Pikadon appena meno rovente di quello che ha dissolto gli uomini-ombra.
Il soffio del Pikadon al di là dei cinque chilometri di diametro non ha una temperatura stellare ma è pieno di raggi gamma e brucia abbastanza da trasformare gli sventurati che investe in nuove specie subumane: Uomini-carbone, ustionati al punto da apparire come protoantropi nerastri o scimmie primordiali appartenenti ad ere remote; Uomini-mummia, legnosi e rinsecchiti con gli abiti calcificati addosso; Uomini-cera, con le carni piagate tanto da sciogliersi fino al biancheggiare delle ossa.
Dopo il Pikadon e la successiva, terrificante onda d’urto è la volta di un uragano surriscaldato che spazza ogni cosa alla spaventosa velocità di 800 km orari disseminando di cadaveri gran parte dell’area urbana, curiosamente le donne tutte distese a ventre in giù, gli uomini rovesciati sulla schiena.
Sulla moltitudine di larve umane orribilmente martoriate e i sopravvissuti più fortunati che si aggirano tra le rovine si abbatte poi una pioggia formata da enormi gocce cariche di fango e scorie radioattive che corrodono qualunque cosa tocchino. La rarefazione dell’aria causata dall’immenso calore provoca un vento di ritorno di oltre 250 km. orari che risucchia migliaia di esseri fortunosamente scampati agli effetti dell’esplosione diretta trascinandoli nell’atmosfera incandescente che aleggia dov’era la città e bollendoli letteralmente vivi.
Il fungo atomico, lampeggiando di luci multicolori, s’innalza per oltre sedici km, gonfio del fumo ribollente di materia inerte e di anime,
Almeno 400.000 esseri umani cancellati direttamente da Little Boy e da Fat Man, un numero imprecisato di persone contaminate dal “cancro” atomico per esposizione o per trasmissione genetica e l’unica specie vivente dotata di intelligenza superiore non vuole smettere di costruire questi mostruosi giocattoli.
Fino a quando?
Il Bisbigliatore
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