Benvenuto Presidente!
REGIA: Riccardo Milani
Con: Claudio Bisio, Kasja Smutniak, Gianni Cavina, Cesare Bocci, Giuseppe Fiorello, Massimo Popolizio, Remo Girone, Omero Antonutti, Piera degli Esposti
L'elezione del Presidente della Repubblica è giunta a una fase di stallo; dentro al 'Palazzo', i politici sono ormai quasi sotto assedio da parte dei cittadini che non ce la fanno più e nonostante questo continuano imperterriti negli stessi atteggiamenti e nelle stesse pratiche... fino a quando per effetto dei veti incrociati, per un gioco di provocazioni e messaggi sottobanco, i principali partiti convergono sul nome di... Giuseppe Garibaldi.
La situazione apparentemente ridicola diventa farsesca quando si appura che non solo l'elezione è perfettamente regolare, ma che c'è una persona, un piccolo bibliotecario di montagna che nel tempo libero si diletta nella pesca alla trota, che oltre a condividere il nome col celebre condottiero, ma possiede tutti i requisiti di legge per poter esercitare il ruolo.
Giuseppe, per gli amici Peppino, è inizialmente intenzionato a compiere un passo indietro, ma quando capisce che i leader politici sono fin troppo contenti della sua rinuncia, decide invece di accettare la sfida.
Catapultato nella realtà romana, costretto a una sorta di solitudine dorata all'interno delle mura del Palazzo, accerchiato da biechi personaggi tipici del mondo politico capitolino, insofferente dei doveri imposti dal protocollo, il protagonista reagirà con l'unica arma a sua disposizione, il contatto diretto coi cittadini, lasciandosi guidare solo dalla sua onestà... e da uno zelante (e moooolto sexy) Segretario Generale del Quirinale, vedendo esplodere la sua popolarità, fino a quando non sarà posto di fronte alla drammatica scelta tra affetti ed onestà.
In poche settimane, il cinema italiano sforna la seconda 'commedia politica': dopo "Viva la libertà", ecco "Benvenuto Presidente", uscito con un tempismo eccezionale - probabilmente voluto - a ridosso delle vera elezione del Presidente della Repubblica. Riccardo Milani ci dipinge la storia di un 'Presidente per caso' che (come nel caso del film di Andò) ricorda certe commedie americane 'a tema', offrendo la conferma di come nel narrare la politica italiana al cinema, esista una via di mezzo tra l'impegno civile e la commediaccia intestinale.
Una persona comune che si ritrova improvvisamente seduta sullo scranno più alto della Repubblica, circondata da un mondo politico marcio, corrotto e diciamocela tutta, schifoso, che cerca di aprire le finestre ammuffite del 'Palazzo' portandovi una ventata di onestà, ma che a un certo punto si rende conto che in fondo nessuno può imporre la 'rivoluzione dall'alto', ma che tutto nasce dai comportamenti quotidiani dei singoli: riecheggia il monologo sanremese dello stesso Bisio, che dunque rappresentava quasi un anticipo del film.
Un concetto se vogliamo semplice, ma che il film riesce a non banalizzare, raccontandolo anzi nel concreto. Una storia divertente, piena di gag assolutamente spassose, che invogliano più di una volta alla risata assolutamente spontanea e liberatoria... e se la storia è valida, e viene raccontata in modo efficace, gli attori non lo sono da meno.
Stupisce positivamente soprattutto Claudio Bisio, che riesce ad evitare il tranello di ricorrere con troppa facilità al suo gigioneggiare televisivo e che nonostante negli ultimi anni si sia dedicato soprattutto al piccolo schermo, mostra di non essersi assolutamente dimenticato di come si recita davanti alla macchina da presa.
Kasja Smutniak, nel ruolo dell'algida e protocollare assistente che finisce per lasciarsi travolgere, anche sentimentalmente, dal protagonista prosegue su una strada che pare ben indirizzata a farla diventare un'attrice di primo livello (il fatto che sia bella da morire lo mettiamo tra parentesi, che non sminuisca le sue doti).
A fianco a loro, un gruppo di attori in ruoli di contorno che con le loro prestazioni tutte all'altezza danno al film ancor maggiore sostanza, a partire da uno strepitoso Gianni Cavina nella parte di un oscuro personaggio, protagonista delle peggiori trame irrisolte del passato italiano, per proseguire con il trio Bocci - Fiorello - Popolizio nel ruolo dei politici, fino ai 'cameo' di Lina Wertmuller, Pupi Avanti, Steve della Casa e Gianni Rondolino, nella parte dei rappresentanti dei 'poteri forti' che da sempre guidano i destini della Nazione...
Un film divertente, che dà modo lo spettatore di farsi due risate sullo stato non troppo salutare delle istituzioni italiane, portandolo a domandarsi 'cosa fare io al posto del protagonista' e proponendo una riflessione sull'impegno quotidiano di ognuno, a prescidere della politica che non può essere derubricata semplicemente come scontata.