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James Pants

Di: Gianluca Diana | 19/07/2011
Si chiama James Singleton, al secolo noto come James Pants. Arriva da Spokane, ameno borgo prossimo alla città di Seattle. Manipola suoni e rumori sin dalla gioventù, iniziando a cercare di comprendere che significa essere un dj non solo esecutore di cose di altri, bensì creatore di suoni propri. Le biografie narrano di vicianzna ed amore spropositato verso la balck music di matrice Motown piuttosto che funk. Circostanze queste che lo portano ad incontrare il capo della Stones Trhow. Che rimane incuriosito da un suo demo, lo implementa come lavorante nella label e gli da il tempo di crescere musicalmente parlando. Ad oggi esce il terzo disco per la sopracitata label. E Pants aguzza le capacità creative con questa pubblicazione omonima. Quattordici brani di sospeso ed etereo, ma comunque ritmico ed anche muscolare in alcune circostanze, electro-pop 2.0. Sono narrazioni digitali le sue, che in alcuni brani raccontano la sua formazione musicale, in altri esaltano le capacità artistiche degli ospiti presenti nelle incisioni ed in tutti segnano marcatamente l'utilizzo di questa produzione in una visione estiva. Suonato dall'inizio alla fine sembra idealmente coprire ogni ora di una giornata estiva. C'è spazio per la temperatura bollente del mezzodì e per la catarsi fresca delle due di notte. We can play: “Every Night”.

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