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Blues Come Yonder

Di: Gianluca Diana | 17/05/2011
Giunge dal profondo del Delta del Mississippi. Le cronache narrano che sia figlio di un indiano e di un'afroamericana. Cosa invero frequente da quelle parti. Provenienza familiare ovviamente proletaria. Ed una vita errabonda sin da prima della maggiore età. I primi anni passati nel classico stile della vita rurale di quelle parti: picnic party, square dances e lavoro nei campi. E poi in giro per il Deep South, impegnato in mille più uno lavori. Il tutto senza dimenticare come suonare quella chitarra che lo accompagna sin dall'infanzia. Da adulto dopo Chicago [tappa obbligatoria, of course..], sempre a zonzo. Così lontano da giungere addirittura in Alaska. Cosa questa, molto meno consueta per un uomo del Delta. E dopo finalmente, ma giusto così per caso, un disco. I nostri complimenti alla Hill Country Records, che non sbaglia un colpo. Undici tracce in cui un combo di supporto davvero niente male [Jimbo Mathus e Lester Wallace ad alternarsi alla batteria, Justin Showah al basso], in cui il leader con una voce da brividi fa vibrare l'anima di chi si pone all'ascolto. Ed ancora con la fedele sei corde tra le mani piuttosto che con con il banjo, beh il risultato non muta. Downhome Blues. Purissimo e scintillante. Addirittura anche la reminescenza di Hank Willians “I Saw The Light” diviene un ipnotico e circolare blues collinare. Strepitoso. Fatelo vostro questo “Blues Come Yonder”. Ah, dimenticavamo. Lui è L.C. Ulmer. E suonate questa: “Hard To Get Along”.

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