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Toumastin

Di: Gianluca Diana | 10/05/2011
Tamikrest. Ovvero la giovane generazione post Tinariwen. Tornano con questo secondo disco “Toumastin”, edito dalla Glitterhouse Records. Alle loro spalle, non solo come cameo player all'organo in due brani, la presenza di Chris Eckman. Il musicista statunitense è qui produttore dei musicisti touareg. Che si muovono ancora nel cono d'ombra musicale generato dai maestri Tinariwen, ma che lentamente cercano di dare un tocco personale al loro suono. Sia chiaro, le afferenze sono ancora forti, ma si apprezzano i tentativi di tracciare un proprio percorso. La band assume una dimensione da studio molto più strutturata rispetto al primo disco. Il che si potrebbe tradurre anche come una visione “europea” del far musica. Una batteria che fa presenza fissa, l'innesto di special guests a strumenti come il trombone [R. Stirn] e le tastiere [C. Cacavas], ed in generale una cura maggiore alla costruzione del suono. Situazione per la quale i nostri non vanno criticati, piuttosto sostenuti. D'altronde acquisire un approccio professionale non deve essere considerata una colpa, ne tantomeno un rifiuto di clichè tradizionali. Ecco quindi che questi davvero giovani e molto talentuosi musicisti sono in strada. Tirano dentro la loro matrice musicale le cose che incontrano ed al contempo rimangono fedeli a se stessi. Paradosso, ma non è forse proprio questo un elemento distintivo della loro cultura nomade? Digressione che probabilmente non si esaurisce in una recensione. Ma che magari può indurvi ad entrare ancora una volta dentro le sabbie del Sahara. Che alla fine, oltre le evocazioni di matrice post-rock o simili, è sempre li. Fatevi prendere, It's Sahara Music! Selection: Nak Akaline Tinza (Tinzaouatene).

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