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Wonderlustre

Di: Giacomo Tenaglia | 25/09/2010
Dopo l'esperienza solista e le passerelle modaiole la 'panterona nera' Skin ritorna a percorrere le strade del rock in compagnia dei suoi vecchi amici Cass, Ace e Mark. Dopo un lungo silenzio creativo e la pubblicazione, l'anno scorso, di un greatest hits ('Smashes & Thashes') i quattro membri originali si sono chiusi in uno studio di registrazione e con l’aiuto in fase di produzione di personaggi come Jeremy Wheatley (Depeche Mode, Sugarcubes), Chris Sheldon (Foo Fighters, Radioheads) e Cenzo Townshend (U2, Florennce & the Machine) hanno realizzato questo 'Wonderlustre': un buon album moderno, senza sbavature e fronzoli, essenziale, energico ed accattivante a cominciare dal singolo anticipatore dell’album 'My Ugly Boy'. Il disco, che in copertina ha in primo piano una matassa di stracci multicolori aggrovigliati a formare un cuore, è composto da dodici nuove tracce sapientemente in bilico tra melodia e rumorismo, tra pop e rock dove sul tappeto sonoro perfettamente amalgamato di chitarra, basso e batteria si alza potente la voce inimitabile di Skin. Come in un ottovolante tra alti e bassi di diversi mood, repentini cambi di ritmo e atmosfere 'Wonderlustre' scorre via veloce, non annoia e tutte le tracce hanno una loro peculiare, potenziale carica espressiva però quando si arriva alla fine della corsa, dell’ascolto ci si accorge che nessuna delle canzoni ti resta veramente in testa, ancorata alla memoria, o nelle orecchie, con una qualche spunto o ritornello che non se ne vuole andare. Penso che gli Skunk Anansie di energia da vendere ne hanno sempre avuta (e questo è innegabile) ma la concentrazione e l’attenzione messa nella realizzazione di questo lavoro ha pensato a tutto tranne che al cuore (proprio quello messo in copertina); tutto bello ma tutto troppo studiato, pianificato a tavolino come uno zuccherino, bello accattivante, invogliante, ma che una volta mangiato ci si rende conto che è solo dolce come tanti altri e senza particolarità. Sono convinto che questo gruppo dia il meglio di sé esibendosi sul palco, live, piuttosto che in studio perchè è altrettanto vero che è difficile riuscire a catturare e fissare su un supporto tutta la carica e l'animalità della loro cantante abbinata al muro chitarristico e sorretto da una sezione ritmica potente e metronomicamente perfetta.

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