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Album

Di: Ubik | 31/10/2009
Fra il tropical e il gothic, una convinta scelta low-fi, esce questo Album, lavoro tanto celebrato quanto a mio avviso interlocutorio per questa formazione di San Francisco. Non che non sia gradevole, per carità, la musica è "in" e ruffiana quanto basta, non c'è una nota che non sia politicamente corretta, e l'intero disco scorre come una bevanda fresca all'ombra del Golden Gate. Tuttavia quello che manca in questo lavoro del gruppo guidato da Christopher Owens è il pathos. A dispetto dell'esorbitante 9,1 elargito da Pitchfork, sotto la vernice della moda del momento non si avvertono abbastanza lacrime e sangue da poter far gridare al capolavoro. Se esiste un parallelo per questa musica molto emo, va cercato nei Beach Boys e nella rivisitazione del loro stile già portata avanti, ma con molta più creatività dal recente Merriweather Post Pavilion di Animal Collective. L'altro aspetto è la dedica del disco alle donne, e la serie di ritratti al femminile che ci viene proposta: sarà una questione generazionale, ma io non riesco proprio a riconoscermi in questa oscurità un po' plastificata. Un lavoro crepuscolare, sì, ma frutto di un imbrunire molto soft, poco sofferto e prodotto dalla realtà virtuale. Con qualche picco, va detto, come l'ottima Morning Light, dove i nostri smettono di contemplarsi la punta delle scarpe e cacciano fuori un po' di spina dorsale rock... Anche qui, per appassionati... ;-)

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