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Secret, Profane and Sugarcane

Di: Ubik | 27/06/2009
Stavolta il menestrello inglese del rock 'n' roll sembrerebbe avere fatto flop, se è vero che nasi lunghissimi come quelli di Pitchfork gli affibbiano un bel 3,8 su 10 per questo nuovo lavoro dal titolo in effetti un po' pretenzioso: Secret, Profane and Sugarcane, dove quest'ultima invenzione di fatto è il nome della band che affiancherà l'instancabile Nostro nella tournée della prossima estate. Atmosfere alla Nashville, roaring South e crema di arachidi a strati belli spessi su un disco che non assomiglia a nulla di recente sia mai stato confezionato da Elvis Costello. Un album un po' spiazzante, ma non esattamente l'obbrobrio di cui ci racconta Pitchfork, un disco che anzi si fa ascoltare anche abbastanza bene se ve lo schiaffate in autoradio per un lungo viaggio, magari non col traffico, ma su qualche strada non particolarmente frequentata. Da segnalare gi add vocals di Jim Lauderdale e il dobro di Jerry Douglas. Un lavoro complessivamente interlocutorio, ma solo se ci intestardiamo nella logica che un artista vero dovrebbe dirci sempre qualcosa di rivoluzionario. Prendiamo invece questo album per quello che è: uno spin-off, una deviazione sulla strada maestra, un esperimento. A quel punto, se ci spogliamo del ghigno acre dei critici in servizio permanente effettivo alla Fossa dei Tromboni, forse possiamo anche goderci qualche bella canzone. Non tutte, ma qualcuna sì... E, a ben ascoltare, alle recchie stagionate qualche aria fa venire in mente un capolavoro assoluto, Nashville Skyline dell'Highlander Robert Allen Zimmermann, ma anche se non ci allarghiamo così tanto va bene lo stesso ;-) ... e poi, come si fa, dico io, a parlar male di uno che sembra il ritratto coi baffi di Michelino Luches? :-DDDD

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