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Si ribellano i cattivi...
"Almeno un terzo dei detenuti del
carcere militare americano di Guantanamo ha smesso di collaborare con
gli avvocati difensori, rifiutando gli incontri o non rispondendo, o
rispondendo in modo aggressivo, alle loro mail. Lo rende noto il New
York Times, ipotizzando che la nuova e crescente forma di protesta sia
provocata dal senso di frustrazione per il protrarsi della loro gia'
lunga detenzione, dalla mancanza di risultati ammessa dagli stessi
legali, e per i sospetti circa la connivenza dei legali con le
autorita' americane. "
La notizia è riportata dall'Agenzia Ansa, che riferisce di una situazione ormai ai limiti dell'emergenza. La situazione a Guantanamo è sempre più difficile in seguito alle norme ulteriormente restrittive che si vanno introducendo. Ancora dall'Ansa:
"...il dipartimento della
Giustizia ha presentato un ricorso alla corte d'appello dello stato di
Columbia chiedendo che vengano limitati i contatti fra legali e
detenuti (tre colloqui complessivi per ogni cliente)".
Cresce, insomma, fra i detenuti, il timore di essere semplicemente *accatastati* a Guantanamo in attesa di tempi migliori che arriveranno chissà quando, o semplicemente sine die e senza diritti.
Viene da chiedersi se l'emergenza-sicurezza in vigore negli Stati Uniti dall'11 settembre del 2001 cesserà con la nuova amministrazione, quasi di sicuro democratica, o se non continuerà nel nome della guerra al terrorismo, spazzando via quanto rimane di uno dei modelli storici della democrazia occidentale.