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Di: Ubik | 06/05/2007
Si ribellano i cattivi...

"Almeno un terzo dei detenuti del carcere militare americano di Guantanamo ha smesso di collaborare con gli avvocati difensori, rifiutando gli incontri o non rispondendo, o rispondendo in modo aggressivo, alle loro mail. Lo rende noto il New York Times, ipotizzando che la nuova e crescente forma di protesta sia provocata dal senso di frustrazione per il protrarsi della loro gia' lunga detenzione, dalla mancanza di risultati ammessa dagli stessi legali, e per i sospetti circa la connivenza dei legali con le autorita' americane. " La notizia è riportata dall'Agenzia Ansa, che riferisce di una situazione ormai ai limiti dell'emergenza. La situazione a Guantanamo è sempre più difficile in seguito alle norme ulteriormente restrittive che si vanno introducendo. Ancora dall'Ansa:

"...il dipartimento della Giustizia ha presentato un ricorso alla corte d'appello dello stato di Columbia chiedendo che vengano limitati i contatti fra legali e detenuti (tre colloqui complessivi per ogni cliente)".

Cresce, insomma, fra i detenuti, il timore di essere semplicemente *accatastati* a Guantanamo in attesa di tempi migliori che arriveranno chissà quando, o semplicemente sine die e senza diritti.

Viene da chiedersi se l'emergenza-sicurezza in vigore negli Stati Uniti dall'11 settembre del 2001 cesserà con la nuova amministrazione, quasi di sicuro democratica, o se non continuerà nel nome della guerra al terrorismo, spazzando via quanto rimane di uno dei modelli storici della democrazia occidentale.

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