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Sometimes I wish I were an eagle

Di: Ubik | 22/04/2009
Bill Callahan, ovvero l'ennesimo grande interprete del songwriting americano. Sospeso fra Tom Waits, Lou Reed e Leonard Cohen per la profondità della voce, a me personalmente alla lunga fa un po' faticare per la ripetitività dei brani. Anche qui, come in maniera comunque diversa per Bat for lashes siamo di fronte a un album del tutto gradevole, ideale soundtrack per una serata d'estate sotto il porch, seduti sulla sedia a dondolo, un drink in una mano e una pipa nell'altra. Il fatto è che dopo un po' ciò che è estremamente gradevole diventa altamente soporifero, probabilmente a causa di arrangiamenti un po' troppo orchestrati. Un disco un po' più essenziale, insomma, solo chitarra e voce, avrebbe svolto il suo sporco lavoro con maggiore efficacia, ovviamente sempre secondo il modestissimo parere del sottoscritto. Sappiano i pignoli che a Sometimes I wish I were an eagle Pitchfork assegna un 8,1. Io mi sarei accontentato di un sette meno, ma come dice qualcuno, tant'è... ;-P

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