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Di: Ubik | 01/05/2007
Le armi del Cardinale, ovvero pensierino del Primo Maggio:

Ormai gli schieramenti sono definiti: da una parte la Chiesa Cattolica e il mondo moderato, che hanno preso i DICO come pretesto per un attacco all'intero impianto laico dello Stato; dall'altra le varie sinistre, che cercano invano di presentare un fronte unitario. Per adesso perdono i secondi, e per una semplice ragione: non riescono a proporre nulla di concreto e comune per neutralizzare il corto circuito rappresentato dal tormentone delle "minacce sempre più gravi" all'arcivescovo di Genova nonché presidente della CEI.

E' ormai un meccanismo automatico: non appena il fronte laico fa tanto per compattarsi, subito compare sui muri di Genova qualche nuova scritta, giorni fa, viene addirittura spedito un bossolo in Arcivescovado.

Senza ricorrere alla paranoia - che non è di retorica romantica del Noi contro di Loro, ma di lucidità che abbiamo bisogno - va detto che il radicalismo in Italia si è sempre espresso così: ci sono frange che vogliono arrivare non certo alla discriminazione del diverso, ma all'abolizione di divorzio e aborto, quella sì, se poi a rimanere sotto le macerie è lo Stato, poco importa; ci sono altre frange che, pur di non venire a compromesso con l'Avversario ecclesiastico, si costituiscono essi stessi in chiesa e alzano il livello della tensione, perché vivono di protagonismo nello scontro; se poi lo Stato va lo stesso in pezzi, chissenefrega, l'essenziale è "esserci".

Sarebbe così semplice: l'Italia è un paese dove Stato e Chiesa sono separati.

Ciascuno parli per ciò che gli compete, e ognuno faccia come si sente di fare, senza ledere gli interessi di nessun altro.

Invocare lo spettro del nazismo come fine ultimo dell'attuale offensiva cattolica equivale a definire la pedofilia come approdo naturale dei DICO.

Insomma, sarebbe ora che tutti, ma proprio tutti, abbassassero un pochino le penne.


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