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Di: Fulvio Savagnone | 27/04/2007
Se ne è andato a 80 anni Mstislav Rostropovich.
Lui e Pablo Casals sono stati i più grandi violoncellisti del XX secolo.

Due immagini: una personalissima, quando lo vidi suonare a Roma a S. Cecilia a metà anni '70: un programma tutto russo, e direttore d'orchestra sovietico (lui era appena scappato dall'URSS...). Concerto fantastico, bis su bis, il pubblico non smette di applaudire, lo chiama e richiama sul palco: per far capire che non avrebbe più dato altri bis esce abbracciato al direttore d'orchestra (non ricordo più chi fosse) entrambi con un bicchierino di vodka: brindisi al pubblico, tracannano d'un sol fiato e via!

Un'altra celebre, mentre suona Bach da solo su una sediola, in frac da concerto davani alle rovine del Muro di Berlino appena abbattuto, per chiunque passasse lì davanti - come un busker qualunque... ma che simbolo potentissimo!

Quest'ultima cosa mi fa venire in mente altre immagini: Zubin Mehta che dirige un'orchestra sinfonica nelle macerie della Biblioteca di Sarajevo, per podio una cassetta di legno rovesciata... o Placido Domingo che in maniche di camicia e a mani nude rimuove le macerie del terremoto di Città del Messico insieme a tutti gli altri, alla ricerca di sopravvissuti...

Grandi artisti, grandi uomini, grandi cuori. Non come certi cosiddetti artisti nostrani che lesinano le loro apparizioni in eventi benefici, sindacando virgole e puntini sulle i...

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