The chemistry of common life
Amanti dell'hardcore, qui c'è spazio per esultare! Il ritorno sulle scene della prolifica band di Toronto coincide con un disco dei più squillanti, in tutti i sensi, di questo 2008.
In primo luogo, perché questo è un album dedicato a chi ama il suono della chitarra, quella bella tirata, ma mai sopra le righe, mai ridondante. Brani trascinanti, quasi tutti inni, se vogliamo, per un genere che sembrava avere perso la bussola.
Sotto certi aspetti, a ben ascoltare - e a volume bello alto - è come sentire i Metallica se non si fossero persi per strada, se avessero insistito sulla strada della sperimentazione.
Ascoltandolo ancora e ancora, si potranno trovare altri e più suggestivi echi: Husker Du, Smashing Pumpkins, addirittura Pixies fra i tanti. La cosa più incredibile è che una band attiva da circa sette anni, e con alle spalle una produzione che abbondante è dir poco, sia riuscita a mettere su un lavoro di questo livello- e non a caso qui alle spalle c'è Matador Records.
Non c'è una sbavatura, non ci sono cedimenti, e la qualità tecnico-sonora è impeccabile.
Un gioiellino da non perdere assolutamente.